Il caschetto per la sicurezza

I cittadini sono soggetti alle leggi degli Stati. Tutto bene?
Per niente! Voglio fare un discorso politico ed economico. Ti potrà sembrare un discorso assurdo il mio, tuttavia penso che un filo logico ci sia.

Le leggi degli Stati le fanno i cittadini attraverso alcuni strumenti democratici che prevedono l'elezione dei loro rappresentanti sulla base di scelte politiche ed economiche proposte dai candidati e sulle quali i cittadini sono chiamati a decidere attraverso il voto in elezioni e referendum.

Fino a quando il cittadino non matura una consapevolezza della propria autodeterminazione spirituale basata sull'amore, sarà necessario procedere in questo modo, per quanto sia una violenza nei confronti dell'uomo stesso, perché in questo modo al cittadino è imposto obbligatoriamente di adeguarsi e uniformarsi al rispetto della legge (giusta o ingiusta che sia) emanata dallo Stato. Questo modo di procedere espropria il cittadino dalle proprie responsabilità civili e morali per delegarle ad altri che decidono al suo posto. Così alla fine al cittadino resta l'obbligo e non la libertà di osservare scrupolosamente leggi fatte da persone che possono anche violentare la nostra morale.

Invece dovrebbe essere il cittadino a darsi una sua legge emanata del buon senso, sulla base della propria coscienza e maturità spirituale e civica acquisita vivendo in una comunità solidale e responsabile.

Ad esempio
prendiamo un imprenditore italiano. Questi, per legge, è obbligato a dotare i suoi operai di un caschetto di protezione ai fini della sicurezza, legge 626. Il caschetto omologato costa 50 euro, l'imprenditore ha 100 operai, totale spesa 50 * 100= 5.000 euro. Questa spesa l'imprenditore la deve recuperare caricandola sul prodotto finale che da un costo di 10 euro finisce per costare 11 euro con un aumento di 1 euro.

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Lo stesso prodotto viene fatto in Cina dove forse non c'è una legge 626 e gli imprenditori possono fare lavorare gli operai senza caschetto, infiascandosene della loro sicurezza e incolumità. Per cui il costo del prodotto finale fatto in Cina resta di 10 euro.

Io vado al mercato e vedo due prodotti identici: uno costa 10 euro l'altro costa 11 euro. Quale scelgo? Il (falso) buon senso mi dice di scegliere il prodotto che costa meno senza stare a chiedermi se chi lo ha prodotto ha usato o non ha usato il caschetto. Prendo quindi il prodotto da 10 euro, risparmio 1 euro che posso dare in beneficenza o andare a prendermi un caffè, per esempio.

Il guaio è che l'imprenditore soggetto alla legge 626, legge che tutela l'incolumità e la sicurezza degli operai e anche la nostra, alla fine non vende perché schiacciato dalla concorrenza cinese e un bel giorno dovrà chiudere la baracca e mandare a casa gli operai.

Cosa c'entra il cristianesimo in tutto questo? C'entra. Cristo dice di amare il prossimo. Per un imprenditore cristiano il prossimo più prossimo sono i suoi operai. Amarli significa provvedere alla loro sicurezza e incolumità. Per cui l'imprenditore cristiano è tenuto per amore a dotare i suoi operai di un caschetto, non perché lo dice la legge 626, ma perché lo dice Gesù che si fa coscienza umana. Lui non te lo dice direttamente, ma te lo dice indirettamente, attraverso l'invito ad amare il prossimo. Se ami, ci tieni all'incolumità di chi ami e gli metti il caschetto omologato in testa. Naturalmente non ti fai paturnie di costi perché come cristiano sei tenuto a servire Dio che è amore e non mammona, per cui apri il portafoglio, compri i 100 caschetti, costi quel che costi.

E se poi non ce la fai a rientrare dei costi? Dispiace licenziare 100 operai-ciclisti. Allora che fai? Sul margine di utile non ci puoi giocare, riducendolo ulteriormente, perché lo hai già ridotto all'osso. Ti rendi conto che non ha più senso mantenere in piedi una attività che non produce utili, ma è in perdita, per cui decidi di chiudere e licenziare i 100 operai con i loro 100 caschetti e quindi tanto vale. Non ha tanto senso avviare una attività dove il costo per proteggere la vita degli operai rischia di far perdere il lavoro stesso agli operai.

Dove sta l'errore? L'errore sta in noi, nel cittadino egoista non solidale che preferisce, a parità di qualità, il prodotto più economico, senza chiedersi perché un prodotto costa meno di un altro. E' la legge del mercato che premia i prodotti migliori a parità di prezzo o quelli più economici a parità di qualità.

Come la risolviamo? Non di certo con le leggi protezioniste o spostando la produzione in Cina dove il costo del lavoro è più basso. La si risolve sensibilizzando sul piano spirituale e culturale in modo da diffondere una cultura cristiana basata sulla dignità della persona e sulla solidarietà, dove il prezzo da pagare per un prodotto lo stabilisce chi compra e non chi vende. Così che l'imprenditore cinese, una volta sensibilizzato, decida liberamente di adottare il caschetto per i suoi operai anche se la legge non lo obbliga, tanto il prezzo lo fa il consumatore e non più il venditore e quindi il caschetto lo pagherà come riterrà giusto pagarlo. Ma a quel punto l'imprenditore che fa impresa non è più un imprenditore, ma diventa un operaio.

Sei tu che comperi che decide il prezzo e non chi vende. E se decidi che il prezzo di un prodotto deve essere basso, se non gratis, allora devi essere pronto ad accettare il fatto che anche il costo della tua manodopera necessaria per produrre quel prodotto può essere giudicato a gratis. E non ti lamentare se sei sottopagato, perché sei tu che, in questo caso, decidi il prezzo dei prodotti. Se hai pochi soldi, pagherai anche meno i prodotti, perché il prezzo lo decidi tu.

Del resto non dimenticare che Dio in fatto di retribuzione del lavoro non è meritocratico, non fa discriminazioni e paga tutti allo stesso modo con un soldo. Ma tu puoi chiedere a Lui quello che vuoi e Lui te lo dà. Facciamo anche noi così.

O forse qualcuno preferisce vedere un altro genere di caschetto ?