Per non morire.
Da Vittorio Messori: "Scommessa sulla morte" edizioni Sei.
Pag. 322-325 "Gesù - per fortuna! - non è Socrate che beve sereno la cicuta, passeggiando con i discepoli tra battute eleganti, in attesa che il veleno faccia i suoi effetti. Né Gesù - per ancora maggiore fortuna! - è l'eroe delle retoriche patriottiche o il martire politico che affrontano il supplizio e la morte in un misto di incoscienza e fanatismo.
...
In quanto uomo (ed egli per la fede lo è totalmente, oltre che vero Dio) voleva vivere, non morire ... la morte è la nemica ed egli vuole essere circondato dalla vita ... c'è da aggiungere, nella storia di tutte le religioni: nessuna avrebbe osato abbassare il suo Dio fino al punto di rischiare di farlo scambiare per un vile.". ... (Messori cita Pascal): "Egli (Gesù) ha paura della morte in sé, perché essa è la grande potenza del male. Per lui, la morte è la rottura del piano divino: per questo è così orribile"
Gaza war pictures, immagini della guerra a Gaza:
Immagini crude, orribili ed esplicite di morte.
https://www.youtube.com/watch?v=leSn3L7q7cM
Quando l'uomo fa della fede nella religione, nella patria-Stato, nella politica, nella famiglia, nella razza, una ragione di morte altrui o, al contrario, quando l'uomo fa della morte propria (sono pronto a morire) o altrui (sono pronto a staccargli la spina) una ragione di fede, il risultato che si rischia è il suo abbrutimento degno più di un mostro e di una bestia che di un uomo.
Paola e Chiara - Amici come prima (live Sanremo '97)
Credi che questo video sia meno crudo del precedente sotto chiave?
david pierini
LA RISURREZIONE... DEI GIOVANI
Siddartha...giovane protagonista di un noto racconto di Hermann Hesse come molti giovani del suo tempo aveva imparato a fare bene tre cose..."aspettare, digiunare e pensare".
Oggi se guardiamo alle nuove generazioni ci rendiamo conto di quanta acqua sia passata sotto i ponti e di quanto ci siamo allontanati dal fermento spirituale che animava la cultura di allora... dal momento che i nostri giovani non sanno più aspettare... perché vogliono tutto e subito, non sanno più digiunare... perchè non sanno rinunciare a nulla ed aihmé...non sanno neppure più pensare.
Daltra parte altre tre cose hanno imparato a fare meravigliosamente..."bere, fumare e chiacchierare".
Quando li vedo bearsi in quei templi dello squallore che sono i bar, i pub, le discoteche... il mio cuore si spezza in due...una parte piange lacrime di sangue nel vederli ridotti in quello stato, in balìa del nemico del genere umano che con le catene di quei vizi li tiene sotto il suo calcagno... l'altra parte si riempie di furore contro di loro e contro i colpevoli di questi infanticidi... i loro genitori.
Da qualche decennio la situazione è precipitata...da quando la donna ha alzato la testa pretendendo pari diritti ed opportunità...da quando l'uomo ha ceduto lo scettro del comando.
La situazione è precipitata...da quando le mani forti del padre hanno mollato le briglie lasciando che i propri figli, nella loro esuberanza, andassero a cozzare contro ogni ostacolo...massacrandosi.
La situazione è precipitata... da quando il benessere ha invaso le nostre vite sovvertendo l'ordine dei valori...in terza, quarta fila onestà, rettitudine, serietà, impegno, sacrificio...sul palcoscenico del mondo... vanità, divertimento, desiderio di ricchezze.
La situazione è precipitata da quando l'uomo... ha ripudiato l'amore di Dio.
Nella biografia di santa Teresa di Lisieux la giovane narra che il padre una volta redarguì aspramente una zia per averle fatto un complimento...non voleva che nell'anima della bambina s'insinuasse il demone della vanità che ingrassa e insuperbisce pericolosamente il nostro io.
Quanto gigante è invece l'io dei nostri giovani... quanto lo abbiamo nutrito con la spazzatura di questo mondo...facendoli crescere nell'agio...liberando loro il cammino da ogni difficoltà...elogiandoli ogni volta che si piegavano alla nostra volontà, dandoci così tante soddisfazioni...tanto che ora credono di sapere tutto ma non sanno nulla...credono di valere chissà quanto ma non valgono nulla...si credono il cuore pulsante della vita ed invece sono morti e sepolti.
Alle mamme che vanno tanto fiere dei propri figli preoccupandosi che vadano ben vestiti per far bella figura, che prendano bei voti a scuola per potersene vantare, che si facciano una buona posizione sociale per essere invidiate...alle mamme che sono convinte di aver messo al mondo modelli di bellezza e di virtù... ricordo che bellezza e virtù hanno tutt'altra residenza... e non ce n'è traccia nei pupazzi che hanno creato e plasmato con tanta abnegazione.
I padri del deserto sull'argomento erano piuttosto chiari..."se darete ai porci e ai figli tutto quello che chiedono avrete buoni porci e cattivi figli".
Giorno dopo giorno hanno trasformato nelle loro anime la luce in tenebre, hanno mutato la verità in menzogna ed oggi ritroviamo i nostri giovani ad affollare quella categoria che nella sacra scrittura viene considerata la più infima...non gli empi che sono pessimi e ostinati... non i peccatori come me che sono miserabili e depravati...ma gli stolti che sono l'incarnazione del nulla... e per cui non è stato concepito neppure un aggettivo.
Quanto vorrei che il Signore mi concedesse un quarto d'ora in una stanza sigillata con questi genitori...per dirgliene quattro e dargliene di santa ragione fino a sbollire tutta la rabbia del cielo... questi animali privi d'ogni sensibilità che hanno stuprato l'ordine morale delle loro creature.
Gente irresponsabile che ha chiamato alla vita anime innocenti per scaraventarle in questo immondezzaio... senza curarsi neppure di trovare per loro la sola via d'uscita possibile...quella che ci offre la fede.
Ma Dio non li ha abbandonati...anche per questa generazione sventurata ha lasciato trapelare nella notte oscura del nostro tempo un raggio di luce... che li guidi sulla via della salvezza.
Dice Gesù..."se chi vuol seguirmi non odia il padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle e anche la sua vita, non potrà essere mio discepolo".
Ecco ora io vi porgo il bandolo dell'intricata matassa del nostro vivere... che vi permetterà di riprendere il filo del discorso fra le vostre anime e la verità...vi mostro il primo scalino per risalire dall'inferno e tornare a vedere il sole: odiare i vostri padri e le vostre madri.
Cominciate da qui...sono loro i vostri peggiori nemici...sono loro che vi hanno spinto verso il precipizio... sono loro che in "buona fede" mettono in mano il coltello al boia, sono loro gli alleati di Satana.
Odiateli con tutta la forza del vostro disprezzo...odiateli come io odio mia moglie e i miei figli ogni volta che si mettono fra me e il regno dei cieli...odiateli perché si sono posti come una nube nera fra voi e il vostro Padre celeste... il solo che vi ama...impedendovi di vedere la sua verità e di sentire il suo amore.
Odiateli come Francesco d'Assisi odiò suo padre... rinnegando le sue ricchezze... e fecondando con il suo odio il più alto atto d'amore che si potesse fare nei suoi riguardi.
Odiateli per dare loro l'ultima opportunità di salvezza...perché attraverso quel terremoto interiore dell'abbandono da parte vostra... aprano anche loro gli occhi ed il cuore... all'amore di Dio.
dello stesso autore:
http://davidilgrido.blogspot.com/
http://david-poesiedamore.blogspot.com/
http://scheggedivangelo.blogspot.com/
Gina
Che dici, Piero, forse anche il nostro amico David dovrebbe capire sulla propria pelle, (come la sottoscritta)cosa Gesù voleva dire con "Andate dunque e IMPARATE cosa vuol dire IO VOGLIO LA MISERICORDIA E NON IL SACRIFICIO!"?
Eppure disse anche: "Nessuno può venire da me se io no lo chiamo."
Eppure disse anche: "Tanti saranno chiamati ma pochi risponderanno" ....ALL'AMORE! (aggiungo io) :-)
Prisma
Che dico? Che vuoi che dica, Gina. Certo misericordia. Ma non c'è misericordia senza un sacrificio personale. Un sacrificio comporta sempre la rinuncia a qualcosa per offrirlo in favore di qualcosa o di qualcuno che si ritiene sacro e importante. Nel caso della misericordia, dove misericordia significa un sentimento di pietà e di compassione nei confronti della miseria e della povertà di qualcuno, il sacrificio lo si esercita concretamente con una rinuncia alla propria vendetta o al superfluo, da non confondere con giustizia. Una rinuncia a infierire ulteriormente nei confronti di chi è povero e si trova in uno stato di miseria sia materiale che spirituale, rinunciando a sottrargli ciò che gli necessita per vivere: acqua, cibo, dignità, salute, amore, casa, libertà, famiglia, amicizia, ecc.
Dio non si trova in condizioni di miseria materiale e spirituale e quindi non ha senso fare sacrifici in suo favore e onore. Per questo Dio non vuole sacrifici. Dio vuole misericordia nei confronti del fratello, dell'uomo, di colui che si trova effettivamente in miseria sia materiale che spirituale e verso il quale i nostri sacrifici e offerte devono essere rivolti.