In questo periodo si parla molto di Trusted Computing, anche con polemiche molto accese.
"Il Trusted computing o (informatica fidata) è un insieme di componenti hardware-software e di specifiche che dovrebbero rendere i computer di prossima generazione più 'sicuri'" . Così si legge sul sito www.no1984.org.
E' una questione di fiducia: Trust in inglese significa fiducia. La fiducia implica la reciprocità: io mi fido di te e tu ti fidi di me. In ogni rapporto umano la fiducia reciproca è essenziale per comunicare e relazionarsi. Se viene a mancare la fiducia, ogni rapporto umano diventa precario e poco serio.
Anche nel rapporto con Dio la fiducia è essenziale. In questo caso però si parla di fede che implica la fiducia in Dio. Se non hai fiducia in Dio, non puoi nemmeno avere fede in Lui.
Tuttavia Dio ha fiducia nell'uomo, perché Dio ama l'uomo e se ami una persona ti fidi di lei, accetti e metti in conto di rischiare il suo eventuale tradimento o inganno, perché sai di avere la forza di perdonare sempre e comunque. Non altrettanto si può dire per l'uomo. L'uomo non sempre ha fede o fiducia in Dio, per esempio gli atei non credono in Dio e quindi non hanno fiducia in Lui.
Cosa c'entra tutto questo con il Trusted Computing? Il Trusted Computing nasce perché gli uomini non si fidano più tra di loro. Truffe e inganni ci sono sempre stati da quando l'uomo ha messo piede sulla terra, ma ora con l'avvento dell'informatica e delle nuove tecnologie si vuole trovare una soluzione che ti garantisca e che ti protegga da truffe e inganni in modo da rendere l'informatica un mondo più sicuro. Così un consorzio di aziende tra le più grandi e influenti nel settore informatico, ha quindi deciso di mettersi d'accordo e dare vita a un sistema formato da hardware e software basati sulla crittografia per poter controllare meglio un computer e bloccare eventuali comportamenti scorretti da parte dell'uomo (leggi pirateria del software e copie illegali). La questione è: se le aziende non si fidano più di te uomo-consumaore e utente dei loro prodotti, perché tu ti devi fidare di loro e del loro software? Chi ti garantisce che il loro software sia "trusted" se non lo puoi controllare, se non è "open source" ed è blindato dalla crittografia?
C'è un errore di fondo da parte del credente in Dio nel Trusted Computing: scalzare Dio dal suo ruolo di Persona di Fiducia. Il credente deve porre la sua fiducia in Dio e non nell'uomo o nel software, perché l'uomo, per sua natura, è un peccatore ed è mortale. Definirsi credenti in Dio e poi pensare a implementare il Trusted Computing, in questo caso, è solo ipocrisia. Meglio essere sinceri e riconoscere di non credere più in Dio, piuttosto di affermare ciò che non è vero, perché altrimenti si finisce sì di ingannare e ingannarsi. Non ci si può fidare dell'uomo e tanto meno di una macchina o di un computer. E' in Dio che ogni uomo (credente) dovrebbe porre la sua fiducia.
Con il Trusted Computing il mondo degli uomini (di quelli che non credono in Dio) non fa altro che dimostrare la propria mancanza di fede e di fiducia non solo nell'uomo, ma anche in Dio. Se hai fede in Dio, ti fidi di lui e della sua capacità di fare giustizia per te.
Ha poco senso, secondo me, definirsi credenti in Dio e poi darsi da fare per implementare nel mondo dell'informatica il Trusted Computing, perché ciò equivale a mettere la propria fiducia in un una macchina, in un software, frutto della mente e della conoscenza umana, e non in Dio. Io, come programmatore di computer, mi rendo conto di quanto sia assurdo e pericoloso un sistema basato sul Trusted Computing generato da uomini che non credono più (e che forse non hanno mai creduto) in Dio.
Lascio comunque che le aziende e i manager implementino il loro Trusted Computing nei loro dispositivi. A me, come credente, non resta che affidarmi a Dio e porre la mia fiducia in Lui. Ci penserà Lui, eventualmente, a rendere più sicuro ciò che per l'uomo non è sicuro.
Rik
guarda anche io penso che il trusted computing sia una delle cose più sbagliate del mondo (dell'informatica, insieme ai brevetti software), ma da qui a dire che chi si occupa di trusted computing non ha più fede in Dio mi pare un pochino azzardato.
E' semplicemente un tipo diverso di fiducia (che poi nel caso del trusted computing sia estorta e non guadagnata è un altro discorso).
Anche quando apri un conto in banca riponi fiducia nella banca, in quanto all'interno di essa c'è gente che conosce i tuoi dati e volendo potrebbe fregarti tutti i soldi, ma in questo caso uno ha fiducia che non tocchino niente. Ma non è che chi apre un conto in banca non ha più fede.
Lo stesso dicasi non so per la firma digitale. un ente(mi pare le poste italiane) in cui riponi la tua fiducia deve assegnarti una chiave segreta, e chi si trova all'interno di quell'ente in teoria potrebbe prendere la tua identità. Tu hai fiducia che lui non lo faccia. Ma se usi la firma digitale non è che non hai più fede.
Almeno io la penso così.
Io in effetti non ho fiducia in nessuna delle suddette entità (produttori di sw e hw, banche e le poste), infatti non uso nessun servizio che danno, ma anche se ne avessi non penso che questo comprometterebbe la mia fiducia in Dio.
Prisma
Ciao Rik, tu non hai fiducia e questo non so se è cosa buona. Ci sono invece aziende che non hanno più fiducia in te e credono che il trust computing sia la soluzione alla loro mancanza di fiducia nei tuoi confronti. In questo modo il trust computing diventa la loro salvezza per continuare ad avere fiducia in te. Ma è una illusione, perché è in Dio, in Gesù che dobbiamo avere fiducia, non in un software di criptazione. Se credi in Gesù, riponi la tua fiducia in lui. Se non credi in Gesù, riponi la tua fiducia o nell'uomo o nei prodotti della sua conoscenza, credendoli migliori della fiducia in Dio. Ed è lì che, secondo me, l'uomo sbaglia: nel credere che ciò che è frutto dell'uomo sia migliore di ciò che è frutto di Dio. Il trust computing è solo un esempio che ho voluto fare, ma ci sono tanti altri esempi che potrei fare dello stesso tenore, come per esempio il registro dei protestati, oppure l'albo degli ordini professionali. Sono tutti esempi di come l'uomo non si fida più di nessuno e ha bisogno di qualcuno che gli dia delle garanzie. Io sono uno di quelli che non si fida più di nessuno e me ne rendo conto amaramente. Tuttavia so che è sbagliato davanti a Dio non fidarsi del fratello e riporre la propria fiducia in enti certificatori o albi professionali o registri protesti o software di criptazione, perché questo comporamento dimostra la nostra mancanza di fede in Dio che è amore. Hai qualche suggeriemnto da darmi per uscire da questa mia mancanza di fiducia nel prossimo?
ANGELO
“Ci penserà Lui, eventualmente, a rendere più sicuro ciò che per l'uomo non è sicuro”.
Questa frase che hai detto è fare la volontà di Dio ed è quella che dobbiamo fare sempre.
Se poi ci eleviamo a maestri, sicuri di conoscere la Verità di questo mondo, cercando di dare un suggerimento per la salvezza di nostro fratello, allora posso aggiungere che quando l’uomo acquisirà innanzitutto fiducia in se stesso, arriverà a conoscerete completamente il mondo.
Sappiamo di essere tutti peccatori e creature deboli, pertanto non siamo in grado di autofiduciarci.
Ed allora che ci resta da fare? L’unica cosa è confidare con chi è stato prima di noi e che è riuscito a cambiare e ci dice che bisogna confidare interamente in Dio. DOBBIAMO SEGUIRE I CONSIGLI DEI SANTI!!! Credenti o atei devono solo arrivare ad un'unica soluzione: “Considerare questi ULTIMI, migliori di noi o completamente pazzi. La questione è che non è una discussione tra atei o credenti, ma tra credenti, e questo è gravemente a danno della nostra credibilità che dovrebbe portarci ad evangelizzare gli altri che forse sono più coerenti di noi.
Se i Santi ci dicono di aver sperimentato quello che ha detto nostro Signore, allora dobbiamo crederli. Non dimentichiamo il Vangelo di Giovanni, letto proprio ieri in Chiesa, e che dice “Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”.
Cosa temete! La vostra reputazione e la perdita della vostra vita? Allora non siamo testimoni di Vita Eterna. La fiducia dobbiamo darla a tutti se siamo certi di quello che ci ha insegnato Nostro Signore Gesù Cristo. E’ difficile si! Ma dobbiamo prima essere coerenti con se stessi, conoscere i nostri limiti e poi giudicare gli altri. Noi non siamo gli artefici della salvezza degli altri se non siamo certi della nostra salvezza. IPOCRITI! (scusatemi ma ci andava tutto! Ed io sono il primo! Spero di essere almeno coerente con me stesso). Essere coerenti con se stessi ci porta ad acquisire l’aiuto dello Spirito Santo che viene in soccorso perché ci sente così deboli e peccatori.
L’umiltà ci salverà. E quando non temeremo di perdere nulla in questo mondo, allora porgeremo la fiducia in tutti perché saremo veri testimoni della Verità di questo mondo.
Quando sentiremo di possederla tutta, allora ci cadrà la spada di mano, perché ci accorgeremo di non poter più contrastarla perché le sue catene non ci potranno più trattenere. Allora ci accorgeremo di essere due cose distinte con il mondo: Lui il nostro cadavere, Noi la Sua salvezza. Non alteriamoci e cerchiamo di capire che molti prima di noi hanno reagito dando scopo alla Sua falsità. Se non riusciremo a custodire tutto quello che ci potrà portare via, allora vuol dire che non è nostro ed il Principe di questo Mondo riuscirà in un modo o nell’altro a rimpossessarsi di tutto quello che è Suo. Cercate, invece, di stare in guardia, evitando che Lui possa entrare nella vostra vera proprietà. Arricchitevi di tutto quello che Lui non potrà mai sottrarvelo, perché in Verità lo vedrete disintegrarsi insieme alla sua stessa trappola che Lui stesso ha costruito per Voi, ma voi avete attentamente vegliato, riuscendo a non cadervi “completamente” dentro. Basterà quel piccolo granello a salvarvi in tutto.
Vi prego non cadere nell’inganno.
Vostro per sempre ANGELO.
Prisma
"La fiducia dobbiamo darla a tutti se siamo certi di quello che ci ha insegnato Nostro Signore Gesù Cristo." Ciao Angelo, il nocciolo della fede penso sia racchiuso in quella frase. Dare fiducia a tutti. Però Gesù dice anche: "io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. (Mt, 10:16)
Questo "essere prudenti come serpenti" come lo interpreti? Come mancanza di fiducia nei confronti del prossimo? La prudenza è una delle quattro virtù cardinali ed è la capacità di distinguere il bene dal male, facendoci capire qual è la retta via, ma la prudenza ci fa anche riflettere, prevedere e fuggire i pericoli.
La prudenza implica la mancanza di fiducia?
ANGELO
Sei proprio sicuro che la fiducia dobbiamo darla a tutti? Ci ha insegnato proprio così Gesù? Poi che fai, trovandoti in difficoltà mi chiedi l’interpretazione della frase "io vi mando come pecore in mezzo ai lupi, siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. (Mt, 10:16).
Mi dici che hai difficoltà a comprendere i miei pensieri e poi vedo la tua fragilità nell’imbatterti in insegnamenti che sembrano opposti.
Povero Pietro, la distinzione non è tra prudenza e fiducia, ma è tra carne e Spirito.
La prudenza la si opera in campo Spirituale e la fiducia la si dà per questioni di carne.
Gesù ha detto che non dobbiamo temere chi può danneggiarci nella carne, ma dobbiamo vigilare su chi ci può rovinare nello Spirito.
Questo è il nocciolo! Poi se ci sembra difficile donare la propria carne anche dando totalmente fiducia anche al nemico, ad ognuno la propria responsabilità di decidere.
Ma guai a non essere prudenti in questioni di Spirito, perché stiamo in questo caso compromettendo la nostra vera salvezza. Forse questione di salvezza, ma di certo non vivremo già ora l’anticamera del Regno.
ANGELO
Prisma
Sei proprio sicuro che la fiducia dobbiamo darla a tutti?
Angelo, sei tu che lo dici nel post precedente. L'amore implica la fiducia. Se non ami, non hai fiducia.
La distinzione tra carne e spirito che tu fai, io non la faccio e la carne e lo spirito le vedo come due cose unite e indispensabili l'una all'altra. Infatti Dio ha il potere di mandare in rovina sia la carne che lo spirito, a differenza degli uomini che possono solo distruggere la carne, ma non lo spirito (o anima). Tuttavia il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi uomini. Se il Verbo no si fosse fatto carne, potremmo parlare di Vangelo e di salvezza? La risurrezione di Gesù è avvenuta anche nella carne.
Rik
Per quanto riguarda il trusted computing penso che la fiducia c'entri poco.
Le aziende che hanno deciso di usare questa tecnologia fanno un cartello semplicemente per mantenere il loro monopolio della tecnologia e dell'informazione.
Con il trusted computing non si possono più usare software non autorizzati (da queste compagnie). Quello che penso è che vogliono semplicemente dare una brusca frenata al file sharing (i file mp3 o divx potranno essere eseguiti su una macchina solo se autorizzati)
La sicurezza data dalla crittografia è relativa in quanto devono necessariamente lasciare delle backdoor di accesso per le forze dell'ordine. Queste backdoor ovviamente saranno facilmente attaccabili da tutti i cracker del mondo. Così tutti avranno libero accesso alle informazioni (anche private) degli utenti, tranne gli utenti stessi.
E' solo un altro strumento di controllo, nulla di più, la fiducia è solo una parola messa li per dare credibilità a questa tecnologia.
La fiducia in Dio è totalmente un'altra cosa, non è nemmeno paragonabile alla fiducia che posso dare a una persona o a una società. Di Dio mi fido e basta, in modo incondizionato.
Di microsoft (e simili) mi fido se mi da motivo di fidarmi, non me lo ha mai dato, quindi non mi fido.
Credo che chi ha fiducia in Dio possa avere fiducia anche in altre entità, in quanto si tratta di tipi diversi di fiducia.