Ottavo giorno, il primo dopo il sabato

This poor, little robot fella panicked and ran...

This poor, little robot fella panicked and ran the other way as soon as its sound sensor registered sound that was just a little bit too loud. Taken during the Scandinavian FLL Project Leader Meeting in Aarhus, February 2006. (Photo credit: Wikipedia)

Lo vedi il video in fondo, a corredo di questo post? E' il video di un robot che ho costruito anni fa con i mattoncini dei Lego e che risolve il rompicapo del cubo di Rubik.

Quel robot, una volta programmato e opportunamente tarato, fa tutto da solo, attraverso un sensore di colore legge il colore delle facce del cubo e dei cubetti, memorizza i colori in memoria, trova la soluzione del cubo eseguendo un programmino di intelligenza artificiale e, attraverso una serie di mosse e rotazioni controllate da un altro sensore di posizione, arriva a risolvere il cubo di Rubik.

I robot sono macchine programmate per automatizzare il lavoro e per sostituire l'uomo stesso nel lavoro affinché sia il robot a lavorare al posto dell'uomo riducendo così il costo della manodopera. In questo modo l'uomo può dedicare più tempo a fare l'amore o a coltivare i suoi hobby senza doversi distrarre dagli impegni lavorativi. A patto però di eliminare la Proprietà Privata in tutti i suoi aspetti. Altrimenti vale il detto della canzone di Adriano Celentano: Chi non lavora non fa l'amore.

Noi, programmatori di computer, conosciamo le potenzialità e i limiti dei robot. I robot sono macchine precise, instancabili, molto sofisticate, ma per quanto intelligenti possono sembrare, sono stupidi e presto prenderanno il posto di molte persone nelle decisioni e nei lavori di routine più comuni e anche in quelli meno comuni. Già ci sono robot che svolgono il lavoro delle prostitute, dei preti, degli avvocati e presto anche quello dei programmatori. In realtà abbiamo già in casa dei robot senza rendercene conto: la lavatrice, l'aspirapolvere, la lavastoviglie, il rasa-erba, il forno a microonde, non sono altro che macchine robot, lavorano al posto nostro.

Ti spaventa la cosa? Hai paura di ritrovarti presto disoccupato e senza stipendio? In una economia di mercato dove vige la legge della domanda e dell'offerta dominata dalla legittimazione della Proprietà Privata e del Capitale, c'è da preoccuparsi se non si trovano nuove forme di economia basate non più sulla legge della domanda e dell'offerta, ma sulla condivisione delle risorse e della conoscenza.

La tecnologia può creare macchine sofisticate che lavorano al posto dell'uomo liberandolo da molti impegni e preoccupazioni, ma per non cadere nel baratro di una economia ancora più disumana di quanto non lo sia già, dove i robot la fanno da padrone rendendo il lavoro dell'uomo superfluo, occorre per prima cosa che l'uomo stesso si liberi dal fardello della Proprietà Privata e la smetta di usurpare il ruolo di Dio nel pretendere di svolgere il ruolo di padre facendosi chiamare "padre", perché come dice Gesù: "uno solo è il padre vostro, ... quello del cielo" (Mt. 23,9) e presto dirà: "uno solo è il padre vostro, ... quello della nuvola" (DJ) .