C'è sempre stato nell'uomo il desiderio di essere immortale, di tendere verso l'immortalità, da non confondere con il desiderio di eterno o di eternità.
L'immortalità è qualcosa che prima non c'è, ma nasce e poi continua a vivere per sempre e che non muore con il tempo, mentre l'eternità è qualcosa che esiste da sempre e continua ad esistere.
L'eternità include l'immortalità, ma l'immortalità non include l'eternità.
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Nel vangelo Gesù parla di vita eterna, non parla di vita immortale. Gesù dice che chi crede in lui ha la vita eterna, non la vita immortale. Il Catechismo ha tra i suoi insegnamenti quello di credere nella vita eterna, ma non quello di credere in una vita immortale. Il concetto di immortalità lo troviamo legato all'anima dell'uomo, ma non alla vita.
Il Catechismo della Chiesa cattolica, al numero 1023 dice: "Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio e che sono perfettamente purificati, vivono per sempre con Cristo. Sono per sempre simili a Dio, perché lo vedono « così come egli è » (1 Gv 3,2), « a faccia a faccia » (1 Cor 13,12)"
Il concetto di vita eterna è subordinato al concetto di morire nella grazia e nell'amicizia di Dio, nella purificazione. Questo "morire" ti fa vivere per sempre con Cristo.
Vita e morte sono due parole in antitesi tra di loro. Se sei vivo non puoi essere morto e se sei morto non puoi essere vivo. In natura ci sono diverse forme di vita che vanno dalla vita vegetativa alla vita spirituale.La vita vegetativa è forse la forma più semplice e primitiva di vita, è una forma di vita "automatica" priva di coscienza, ma che reagisce a stimoli sensoriali e chimico-fisici. C'è poi la vita cosciente e infine la vita spirituale. La vita dell'uomo abbraccia tutte queste tre forme di vita: dalla vita vegetativa del neonato a quella spirituale dell'asceta, passando per la vita cosciente nella fase adulta.
La vita spirituale è un percorso di maturazione diverso dal percorso che porta alla vita cosciente, il quale è collegato alla crescita del cervello che coordina tutti gli aspetti della vita cosciente.
Verrebbe da pensare che la vita spirituale sia "padroneggiata" dal cervello, da particolari stati del cervello che, sotto l'azione di sostanze chimiche prodotte dal nostro organismo o dal cervello stesso, "evolve" in forme di coscienza "superiori" che noi definiamo spirituali.
Non è da escludere, anche considerando l'effetto di certe droghe sul cervello che danno origine ad allucinazioni e stati di coscienza alterati. Io invece escludo che la vita spirituale sia padroneggiata dal cervello.
Non confondiamo la spiritualità con le allucinazioni o particolari stati emotivi frutto dell'attività chimica del cervello.
Il cervello è un muscolo, un insieme di cellule neuronali molto complesso di cui si conosce ancora poco. Se la vita spirituale fosse collegata con il cervello o con particolari suoi stati, è chiaro che con la morte della persona e quindi con la morte cerebrale, avrebbe termine anche la vita spirituale di quella persona. La realtà invece ci dimostra che la vita spirituale prosegue anche dopo la morte. Infatti malgrado Gesù sia morto, al di là del fatto che sia risorto o meno, il suo spirito è ancora vivo al giorno d'oggi. Questo vale non solo per Gesù, ma anche per altri "spiriti" nobili, dove Gesù, per noi cristiani essendo Dio incarnato, è l'esempio più importante e significativo.
Folding at home, calcolo distribuito: un progetto di ricerca americano sull'avvolgimento delle proteine, per capire come nascono tumori e particolari malattie incurabili.
Si può tuttavia parlare di una proteina dello spirito? Esiste una proteina o un gene responsabile della trasmissione della vita spirituale? Esiste il cromosoma "Jesus"? Rispondere a questa domanda non è semplice. Secondo me non esiste una proteina o un cromosoma "Jesus" all'interno del patrimonio genetico e biologico dell'uomo. Se ci fosse, non avremmo avuto bisogno di Gesù, non avemmo avuto bisogno che Dio creasse Adamo ed Eva.
La vita eterna quindi, secondo me, non è collegata a particolari stati del cervello o a particolari forme genetiche, ma è collegata alla conoscenza di Dio, all'albero della vita, perché Dio è vita. Dio lo si può conoscere se qualcuno ce lo rivela o se è Lui stesso a farsi conoscere direttamente. Chi ci può rivelare Dio è Gesù stesso per mezzo del Vangelo, ma anche la Chiesa che, come Eva, è stata creata da Dio per fare da "aiuto" a Gesù nel compito di rivelarcelo, battezzandoci, dandoci un nome attraverso il quale possiamo acquisire una dignità che ci trasforma dallo stato di bestie allo stato di figli di Dio. Si sa che Gesù discende da Adamo e che Adamo è stato creato da Dio dalla polvere. C'è tutta una genealogia che parte da Adamo e arriva fino a Gesù, passando per Abramo e Mosè, dove Dio si rivela poco per volta all'uomo e in forma confusa.
Sappiamo che Dio ha ordinato ad Adamo di non cibarsi dell'albero della conoscenza del bene e del male, perché qualora ne avesse mangiato sarebbe morto. Adamo non ha ubbidito e in conseguenza di questa disubbidienza è nato il peccato originale che è poi stato cancellato da Gesù, l'uomo voluto da Dio e per mezzo del quale Dio si rivela a tutti gli uomini. L'ordine di Dio di non cibarsi dell'albero della conoscenza del bene e del male vale soprattutto per Adamo dal quale deve discendere Gesù e quindi è un ordine che Dio rivolge a se stesso, perché se Gesù si fosse cibato di quell'albero non avrebbe portato a termine la missione per il quale Dio lo ha mandato. Si sarebbe fatto un sacco di domande se sarebbe stato bene o male comportarsi così, perdendo di vista la sua missione di salvezza.
Infatti Gesù non chiede a se stesso se è lecito fare del bene o del male, ma lo chiede ai farisei: Marco 3,4 "Poi domandò loro: «È lecito, in un giorno di sabato, fare il bene o fare il male? Salvare una vita o toglierla?» Ma essi tacevano." E Gesù risana la mano del malato. Quindi Gesù non mangia dall'albero della conoscenza del bene e del male. Non va a vedere cosa dice la legge in merito e non si fa scrupoli e se ne infischia della legge, di ciò che è bene o male secondo gli uomini. La sua missione è la salvezza della vita, anche a costo di infrangere la legge.
Sul piano scientifico invece l'uomo ha sempre cercato di prolungare la vita il più a lungo possibile arrivando anche alla manipolazione genetica pur di provare a fermare il processo di invecchiamento. Eppure non rientra nei piani di Dio una vita immortale. Dio ci ha progettati mortali per una vita eterna. Una vita quindi che è sempre esistita ancora prima che nascesse l'uomo. E' chiaro che di fronte ad una vita eterna, alla quale tutti gli uomini sono chiamati a partecipare con Gesù, una vita immortale perde di significato e non ha quindi più senso la ricerca affannosa da parte degli scienziati di soluzioni biologiche o genetiche atte a rendere la vita umana "senza fine".
Va bene la ricerca scientifica nel senso di migliorare la vita umana e renderla in grado di guarire dalle malattie oggi incurabili e invalidanti, per arrivare sereni ad affrontare la propria morte. Ma spingersi oltre, alla ricerca di qualcosa che possa rendere immortale la vita di un uomo, secondo me è senza significato. Una vita immortale in questo mondo sarebbe l'anticamera dell'inferno, una condanna delle peggiori.
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Altrimenti, che cosa farebbero quelli che vengono battezzati per i morti?
Se davvero i morti non risorgono, perché si fanno battezzare per loro?
E perché noi ci esponiamo al pericolo continuamente?
Ogni giorno io affronto la morte, come è vero che voi siete il mio vanto, fratelli, in Cristo Gesù nostro Signore!
Se soltanto per ragioni umane io avessi combattuto contro le belve, a che mi gioverebbe?
Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.
Non lasciatevi ingannare: "Le cattive compagnie corrompono i buoni costumi".
Ritornate in voi, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti dimostrano di non conoscere Dio; ve lo dico a vostra vergogna.
Il modo della risurrezione
Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?".
Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. E' necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
Inno trionfale
Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
”La morte è stata ingoiata per la vittoria. Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
(Dalla Prima epistola ai Corinzi – capitolo 15)
Prisma
>Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura
Gesù parla di eternità, non di immortalità. Ma Paolo va ben oltre con lo spirito. E' Paolo che tira in ballo l'immortalità. Ma il confine e la differenza tra immortalità ed eternità è sottile ed è facile confondere i due concetti, ma Paolo non lo spiega.
Sinceramente, parlare di immortalità per me è poco significativo, perché l'immortalità è già contenuta nell'eternità e ciò che è eterno è anche immortale. Si tratta di fare parte dell'eternità, cioè fare parte di Dio per essere immortali. Se riusciamo a far parte di Dio, a conoscerlo, possiamo partecipare all'eternità insieme a Dio, perché Dio è eterno e quindi godere di immortalità anche con il corpo oltre che con lo spirito.
Non possiamo parlare di immortalità del corpo se prima non lo rendiamo eterno. Non esiste, secondo me, una immortalità del corpo slegata dall'eternità, dalla vita eterna. Rendere eterno un corpo vuol dire credere in Gesù, perché chi crede in Lui ha la vita eterna e chi crede in Gesù si unisce a Gesù, cioè si unisce a Dio che è eterno.
L'eternità è una sola: Dio. Giustamente Paolo parla di "trasformazione". Si tratta di una trasformazione verso ciò che è eterno e quindi anche immortale. Ma ciò che è corruttibile come il nostro corpo, lo dobbiamo abbandonare per trasformarci (unirci) in ciò che è eterno. C'è una sottile differenza tra eternità ed immortalità. Il corpo non è immortale, ma può trasformarsi e diventare eterno e quindi immortale se questa trasformazione avviene in Dio, nella sua grazia.
Per questo dico che non ha senso cercare una proteina dell'immortalità, se questa ricerca avviene in modo slegato da Gesù, da Dio, cioè da colui che è eterno e che è il solo che può renderci immortali.
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1) - " ... perché Dio è eterno e quindi godere di immortalità anche con il corpo oltre che con lo spirito".
2) - "Non possiamo parlare di immortalità del corpo se prima non lo rendiamo eterno".
3 - Il corpo non è immortale, ma può trasformarsi e diventare eterno e quindi immortale se questa trasformazione avviene in Dio, nella sua grazia".
Forse dovresti spiegare la differenza tra "corpo - cellula" e "corpo - spirituale".
Se comprendiamo il momento in cui nasce la Vita, allor apossiamo capire come si ricostruisce il corpo e lo Spirito.
Eppure è così semplice!!!
Basta guardare la natura!
Prisma
http://www.youtube.com/watch?v=D8PnRiubqak
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Una moltitudine di particelle infinitesimali (formate forse da una precedente esplosione) che con il movimento, a causa di differenti potenzialità, si fondono, mischiandosi, per divenirne una sola Entità!
Che esplode per formarne altre!
Il ciclo della Vita: l’Eternità!
Per lo Spirito è uguale ma serve per livelli, universi o Cieli superiori.
Parole, formule o rapporti umani, matematici, chimici e scientifici che dimostrano che tutto è correlato. Sottrazioni e unioni, divisioni e moltiplicazioni per una esponenziale ed ecumenica soluzione che pochi percepiscono.