Scalfari e la morte di Dio

Sto leggendo il libro di Eugenio Scalfari: "L'uomo che non credeva in Dio", Einaudi.

E' un bel libro dove l'autore racconta, sotto forma di ricordi, i periodi della sua vita, dall'infanzia fino all'impegno politico e giornalistico, affrontando importanti temi esistenziali da un punto di vista laico.

copertina libro di Eugenio Scalfari - L'uomo che non credeva in Dio - Einaudi
Copertina libro di Eugenio Scalfari.


Quello che mi ha colpito di più è il capitolo settimo, intitolato: "La morte di Dio". Il capitolo settimo mi ha dato l'impressione che Scalfari abbia una idea di Dio un po' offuscata, ancora legata a vecchie credenze dove Dio viene "inventato" e ricercato dall'uomo per fare fronte alla paura della morte.

Un Dio consolatore, quindi, che si fa cercare dall'uomo. L'autore, a pag 73 del libro, scrive: "Ma la paura, l'incertezza e l'angoscia di noi morituri hanno suggerito alla nostra mente la mirabile invenzione dell'oltremondo e dell'Ente infinito, eterno, misericordioso che lo presidia e che ci ha creato con immenso amore per farsi raggiungere da noi peccatori redenti e salvati."

La mia esperienza spirituale, tuttavia, mi porta a dire che non è così. Non è l'uomo peccatore che cerca Dio, non è Dio che si fa raggiungere dall'uomo peccatore, ma è Dio che cerca l'uomo e lo raggiunge incarnandosi nell'uomo, facendosi Uno con l'uomo stesso. E' Dio che si mette in cerca dell'uomo peccatore per mezzo dei profeti e in particolare della figura di Gesù, per amore. Non è quindi l'uomo che cerca Dio per salvarsi, ma è Dio che raggiunge l'uomo per salvarlo nei tempi e nei modi che solo Dio decide e stabilisce.

Alla fine del capitolo Scalfari dice: "Dio muore nel momento stesso in cui la sola verità pensabile - e relativa - si colloca nello sguardo dell'uomo. Dio muore nel momento in cui scopriamo d'averlo inventato per sfuggire la paura".Ha ragione. Sebbene Gesù inviti a non avere quella paura che porta l'uomo a inventarsi Dio, l'uomo tende a inventarsi Dio a propria immagine e somiglianza, secondo la propria volontà, proprio per sfuggire alla paura della morte e per dominare sull'uomo stesso.

Tuttavia Gesù invita l'uomo a non avere paura, perché Lui sa quanta paura di morire e quanta voglia di amore c'è nel cuore dell'uomo. Gesù non è una invenzione dell'uomo, ma è Dio stesso che si incarna in un uomo.

Io penso che la paura giochi un ruolo importante nel sentimento religioso dell'uomo, ma che sia l'ignoranza a portare l'uomo ad aver paura della morte e quindi ad inventarsi il Dio consolatore nella sua storia. La conoscenza della natura e delle leggi che regolano la fisica di questo mondo dovrebbe essere il fine di ogni uomo che vuole essere religioso oltre che scienziato e intellettuale. Tuttavia non credo sia possibile per l'uomo trovare il vero volto di Dio soltanto nella scienza e nelle sue leggi fisiche, perché è sempre Dio a fare il primo passo verso l'uomo e a rivelarsi per quello che è, nei termini e nei modi che stabilisce Lui.

Ma che cosa è la morte? Il dizionario De Mauro definisce la morte come: "Cessazione della vita nell’uomo, negli animali e in ogni altro organismo vivente". Dio è un organismo vivente. Allora vediamo cosa significa vita: "Condizione di ciò che vive, proprietà essenziale degli organismi viventi in quanto nascono, crescono, si riproducono e muoiono". La morte fa quindi parte della vita, secondo la definizione data dal dizionario De Mauro. Quindi, Dio, in quanto essere vivente, muore perché è un essere vivente (Gesù è il Figlio del Dio vivente). La dimostrazione della morte di Dio la dà lo stesso Gesù che muore in croce. Tuttavia, per morire, bisogna prima esistere, altrimenti non ha senso la morte di qualcosa che non esiste o non vive. Ma Dio, non solo muore, ma risorge anche (risurrezione: "il risorgere, il ritornare alla vita dopo la morte"). Dio è quindi eterno perché risorge, come Gesù ha saputo dimostrarci risorgendo, essendo Dio lui stesso.

Quindi, chi crede nella morte di Dio, di conseguenza non può non credere in Dio.




Un altro libro che sto leggendo e che ti raccomando è il Vangelo e Atti degli Apostoli nella versione Edizioni Paoline. L'introduzione generale è di Mons. Pietro Rossano, Vescovo Ausiliare di Roma.

copertina libro Vangelo e Atti degli Apostoli - Edizioni Paoline
Copertina libro del libro Vangelo e Atti degli Apostoli


Nella introduzione ai Vangeli, il Vescovo scrive: Se il lettore moderno del Vangelo, conclude l'istruzione della Commissione Biblica, "non pone mente a tutte queste cose che riguardano l'origine e la composizione dei Vangeli, e non farà debito uso di quanto di buono gli studi recenti hanno apportato, non potrà ... scoprire quale sia stata l'intenzione degli autori sacri e che cosa abbiano realmente detto."