La vedi la fotografia della chiesa distrutta, proprio lì alla tua destra e alla tua sinistra in questa pagina web? Quello è il "Tempio" del mio paese andato distrutto 10 anni fa in conseguenza del crollo della torre campanaria oggetto di ristrutturazione. A mio avviso fu l'imperizia della ditta che prese l'appalto dei lavori a provocare il crollo del campanile sopra la chiesa. Comunque il tempio del mio paese è stato poi ricostruito dopo diversi anni. Ma io continuo a tenere in Home Page la foto del tempio distrutto. Come per il tempio di Gerusalemme andato distrutto nel 70 d.c. per opera dell'imperatore romano Tito e saggiamente non più ricostruito, così nemmeno io avrei più ricostruito la chiesa, lasciandoci solo le macerie a ricordo e segno tangibile che è ora di finirla con le chiese di mattoni e tutti i riti religiosi che ci stanno dietro e che tra l'altro annoiano pure i preti.
Per me ha un significato spirituale quella foto con la chiesa distrutta. Significa che per me non ha più senso continuare a costruire chiese, templi, luoghi di culto, simboli religiosi fini a se stessi. Glielo dissi al parroco, a suo tempo, che per me la chiesa poteva anche essere smantellata del tutto e non più ricostruita. Tuttavia la Curia volle ricostruirla, sfidando la Chiesa dello Spirito e per l'occasione venne anche il cardinale Severino Poletto, ex vescovo di Torino a dirci che era crollata la chiesa di mattoni e a ricordarci che la Chiesa dello Spirito era rimasta in piedi. Io gli avrei voluto dire al cardinale che se la chiesa di mattoni era crollata, io non l'avrei più ricostruita, cogliendo l'occasione per valorizzare la Chiesa dello Spirito. Invece con la ricostruzione della chiesa di mattoni, secondo me, si è solo mortificata la Chiesa dello Spirito, perché la Chiesa dello Spirito non bisogno della chiesa di mattoni.
Zucchero - Solo una sana e consapevole libidine ...
Prisma
Nole Canavese. Crollo campanile, l'azienda dovrà risarcire. A dieci anni dal disastro arriva la sentenza del Tribunale civile.
E' il titolo dell'articolo di Gianni Giacomino su La Stampa, Metropoli del 09/09/2016