L'altro giorno ho visto in TV la trasmissione Enigma, dove si parlava del terzo segreto di Fatima. A me il terzo segreto di Fatima non ha mai detto molto, tuttavia guardando quella trasmissione, ho avuto modo di ripensarci sopra e interpretarlo secondo la mia esperienza e sensibilità spirituale. Nulla di nuovo sotto il sole. A mio avviso, il terzo segreto di Fatima è da collegare a quanto già ha profetizzato Gesù alla fine del quarto Vangelo, quello di Giovanni.
Il "vescovo vestito di bianco", secondo me, è una rappresentazione simbolica del papato, non di un Papa in particolare, ma rappresenta la storia del papato e della gerarchia ecclesiastica nel suo complesso. In questa ottica, c'è una concordanza e un possibile collegamento, secondo me, con le parole che Gesù disse a Pietro alla fine del Vangelo di Giovanni, dove io ci leggo la fine del papato.
Del resto, se Gesù deve tornare, nella parusia, il servo o il vicario dovrà prima o poi farsi da parte e lasciare spazio al padrone della vigna. Se il servo non vuole farsi da parte e restituire i beni al padrone, ma vuole continuare ad amministrare i beni che non gli appartengono, perché appartengono al padrone della vigna, bisogna che qualcun' altro, in un modo o nell'altro glielo faccia capire. Maria, la Madre di Dio, ci ha forse provato con quel messaggio simbolico ai tre pastorelli di Fatima? Non sta a me dirlo.
In questo senso io interpreto il terzo segreto di Fatima: come la "morte", la fine del papato e della gerarchia ecclesiastica per esaurimento della loro missione, missione che, con il sacrificio dei suoi servi, ha sostenuto la prima Chiesa ancora infantile. Gerarchia che dovrà cedere il passo a Gesù crocifisso, simboleggiato dalla croce, per continuare a "pascere" la sua Chiesa, finalmente matura e indipendente, guidata direttamente dal suo padrone, alimentata dal suo insegnamento e dal suo sacrificio. E' una mia interpretazione personale che può anche essere sbagliata, senza alcuna pretesa di essere vera, ma che vuole soltanto offrire maggiori spazi di riflessione.