La parabola dei talenti riportata nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo segue quella delle dieci vergini. Gesù cerca di spiegare e rendere comprensibile ai suoi discepoli a cosa è simile il regno dei cieli. In particolare nel versetto 29, che quasi conclude la parabola dei talenti, viene fatto dire a Gesù: "Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha." Qui, secondo me, l'evangelista o il traduttore ha forzato la mano e ha travisato il pensiero di Gesù che, ricordiamolo, è Dio fatto uomo. Gesù non ragiona mai in termini di dare e avere, ma sempre in termini di essere e non essere. E' sempre il pensiero umano che ragiona in termini opportunistici di dare e avere. La traduzione che introduce i verbi dare e avere, secondo me, non rende giustizia al pensiero di Gesù e al regno dei cieli.
Per capire la parabola dei talenti, occorre leggerla alla luce della parabola delle dieci vergini che precede, dove viene usato, come immagine metaforica, l'olio delle lampade. Ma occorre leggerla anche alla luce dei bisogni dell'uomo che vengono elencati alla fine del capitolo 25 di Matteo e che seguono la parabola dei talenti.
Bisogna andare a leggere anche il testo greco e vedere quali termini vengono usati. Il termine greco echó viene tradotto con avere, ma ha altri significati come "tenere". Il verbo greco didómi tradotto con dare, ha diversi significati.
Gesù non ha niente. Gesù ha fame, ha sete, ha freddo, è nudo, è malato, è solo. Se Gesù non ha niente perché è nudo, è chiaro che non può dare niente di quello che l'uomo si aspetterebbe in termini materiali. E' quindi inutile che l'uomo si illuda di ricevere, di avere qualcosa da colui che non ha niente e quindi non può dare niente di materiale.
Ragiona. Tu, quando vedi un uomo nudo, cosa ti aspetti da lui? I suoi vestiti? Non li ha, i suoi soldi? E' nudo, non li ha con sé.
Quindi come può Gesù dire: "perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza" se lui per primo è nudo, non ha niente da dare e ha bisogno di tutto?
Come la mettiamo? L'unica cosa che Gesù può dare è la vita, perché lui è la Vita. Quindi, nei talenti bisogna vedere la vita. Se tu che hai ricevuto la vita, te la giochi, la vivi e la fai fruttare in termini di vita spirituale, di relazioni, di amore e non solo in termini biologici (nemmeno in termini finanziari), ricevi da colui che è la Vita altra vita e sarai in abbondanza di vita. Se invece la tua vita non la vivi, ma la vai a sotterrare, vuol dire che non vivi e sei morto. Di conseguenza la vita spirituale ti viene tolta e resti un vegetale, perché non vivi.
Come vanno riscritte allora le parole di Gesù? Secondo me in questo modo: perché a chiunque ha vive, sarà dato è ed esiste, e sarà nell'abbondanza di vita; ma a chi non ha vive, non è, non esiste e sarà tolto anche quello che ha solo un vegetale.