La figura del discepolo che Gesù amava o discepolo prediletto è una figura che ricorre più volte nel Vangelo di Giovanni. E' una figura senza volto, senza nome (ma si pensa che sia Giovanni, ma certe teorie lo identificano con altri apostoli) e io mi chiedo che ruolo e funzione possa avere questo discepolo nella sinfonia del Vangelo.
Il discepolo prediletto lo ritroviamo nel Vangelo, nel cenacolo, quando Gesù annuncia il tradimento di Giuda, è colui che appoggia il suo capo sulla spalla di Gesù e gli chiede chi è il traditore (Gv 13,23).
E' presente sotto la croce di Gesù insieme alla madre di Gesù (Gv. 19,26-27).
Riceve, insieme a Pietro, da Maria di Magdala, la notizia che hanno portato via Gesù dal sepolcro e non sanno dove l'hanno messo. Lo si vede correre insieme a Pietro verso il sepolcro, ma lui arriva prima di Pietro al sepolcro, non vi entra, ma vi entra dopo Pietro che nel frattempo è arrivato. Quando entra anche lui, "vide e credette". Non avevano ancora capito quello che dice la Bibbia, cioè che Gesù doveva risorgere dai morti. Alora Pietro e l'altro discepolo tornarono a casa (Gv.20,1-10). Perché soltanto lui credette e non Pietro? Perché l'evangelista non ha detto: "videro e credettero" ?
Dopo la risurrezione il discepolo prediletto riconosce Gesù ed esclama a Pietro: "E' il Signore" in occasione della fruttuosa pesca sul lago di Tiberiade (Gv. 21,7).
Lo vediamo seguire Gesù insieme a Pietro alla fine del Vangelo (GV, 21,20). Pietro si volta, lo vede e chiede a Gesù cosa ne sarà di lui e Gesù risponde: "Se voglio che lui rimanga finché io venga, che te ne importa? Tu seguimi." (Gv. 21, 20-23).
In questi passi, sui quali ci sarebbe da scrivere parecchio, anche sulla figura di Pietro, ci sono alcune analogie che mi portano ad identificare la figura del discepolo prediletto che Gesù amava, con i movimenti ecclesiali, specialmente con uno in particolare. Cioè, io identifico la figura del discepolo prediletto con quella del fedele anonimo, senza volto, credente in Gesù che segue Gesù rimanendo legato alla parrocchia o ad un movimento ecclesiale e che lo serve, magari impegnandosi, per esempio, come diacono all'interno della comunità e della Chiesa.
Il fatto che il discepolo prediletto fosse presente sotto la croce con la madre di Gesù, la dice lunga in merito. Gesù vide sua madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre". E da quel momento il discepolo la prese in casa sua (Gv. 19, 26-27).
Inoltre, il fatto che il discepolo prediletto esclami a Pietro (ricordo che Pietro rappresenta l'autorità ecclesiastica): "E' il Signore !" in contemporanea con una pesca fruttuosa di ben centocinquantatrè grossi pesci (cosa vorrà mai dire quel numero?), è molto significativo, secondo me. Poi la presenza di quel fuoco di brace con del pesce sopra e del pane, non lascia dubbi.
Prisma
Ripensandoci, quei 153 grossi pesci nel Vangelo di Giovanni, probabilmente stanno a indicare o simboleggiare, secondo me, il numero dei paesi o delle nazioni o delle cittadelle nel mondo in cui un certo movimento ecclesiale si è diffuso o si sta diffondendo o si diffonderà.
ANGELO
Ti interssa solo quel numero? Dando meno importanza a tutto il resto?
Prisma
Angelo, perché dovrei dare meno importanza a tutto il resto? Quel numero rientra in un certo contesto e io cerco di interpretarne il significato. Se per te ha un significato diverso, spiegamelo.
ANGELO
Ma se chiese a Pietro di diventare pescatore di uomini, ti sembra difficile capire che cosa abbiano pescato quel giorno? I centocinquantatre grossi pesci non sono altro che le grandi Anime che ha fruttato l’umanità per far sì che nascesse l’Adamo di Spirito (vedi tue formiche e api). Riconobbero Gesù (in forma spirituale) solo quando videro tutte le sue membra formate di centocinquantatre grosse Anime (a loro volta formate da altri piccoli pesci, pesce grosso mangia pesce piccolo). Comincia a contare i grossi pesci che formeranno l’Eva di Spirito e saprai quando tornerà il Signore a prendere la Sua Sposa o a chiudere il Mare, che come ben sai rappresenta il male (vedi separazioni e camminate sulle acque, pesche di uomini immersi dentro questo mondo e via dicendo). Attento però la Chiesa è la barca, il popolo di Dio e carne della stessa carne di Gesù! E se non è carne è pesce.
Ora puoi pure stracciarti le vesti. Lo Sposo sta per arrivare.
Non te lo dice uno che parla come Giovanni, l’apostolo che Gesù amava e che sarebbe rimasto ad aspettarlo (un bel pesce ti assicuro che sta per uscire in superficie), me te lo dice uno che grida come un Giovanni, nel deserto come un semplice straccione.
Prisma
Angelo, parli di Adamo ed Eva in Spirito e dici che lo Sposo sta per arrivare. Se per Sposo intendi Gesù, allora è Gesù stesso che dice quando lo rivedremo. Lo dice nei Vangeli alle coordinate celesti: Lc. 13,35 e Mt. 23,39.
Ho bisogno di fare conti?
ANGELO
Dai dillo insieme a me, lo diciamo sempre in Chiesa nel Santo. Perché LUI dice che lo vedremo quando riusciremo a dire: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".
Te la senti di dire anche: “Venga il tuo Regno?”. Subito, adesso?
Prisma
Quando fu vicino ai villaggi di Bètfage e di Betania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò avanti due discepoli. Disse loro: "Andate nel villaggio che sta qui di fronte. Appena entrati, troverete un piccolo asino sul quale nessuno è mai salito. Lo troverete legato: voi slegatelo e portatelo qui. Se qualcuno vi domanda "Perché slegate quell'asinello?", voi rispondete così: "Perché il Signore ne ha bisogno". I due discepoli andarono e trovarono tutto come aveva detto Gesù. Mentre slegavano il puledro, i proprietari chiesero ai due discepoli: Perchè lo prendete? Essi risposero: "Perché il Signore ne ha bisogno." Allora portarono il puledro da Gesù. Poi lo coprirono con i loro mantelli e vi fecero salire Gesù. Man mano che Gesù avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada davanti a lui. Gesù scendeva dal monte degli Ulivi ed era ormai vicino alla città. Tutti quelli che erano suoi discepoli, pieni di gioia e a gran voce si misero a lodare Dio per tutti i miracoli che avevano visto.
Gridavano: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore: egli è il re!.
In cielo sia la pace e gloria nell'alto dei cieli!"
Alcuni farisei che si trovavano tra la folla dissero a Gesù: "Maestro, fa' tacere i tuoi discepoli!"
Ma Gesù rispose: "Vi assicuro che se tacciono loro si metteranno a gridare le pietre". Coordinate celesti: Lc.19,29-40
Dai Angelo, andiamo a slegare l'asinello, Gesù ne ha bisogno!
Animasemplice
Ciao, scusami ma ho potuto leggere solo ora il tuo commento... ti ringrazio e mi complimento per il blog, tornerò volentieri!
A presto
Cecilia
ANGELO
Carissimo, noi sappiamo che quando il Signore salirà sopra quell’asinello ed entrerà in Gerusalemme tutti lo osanneranno con ipocrisia, perché dopo pochi giorni scapperanno quando lo arresteranno. Tutti vogliono un re che aggiusti questo mondo, invincibile sul male eliminandolo da tutti gli angoli della terra, ma non siamo pronti a vederlo morire per il Suo popolo. Abbiamo imparato la lezione? Spero di si.
Allora Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate". (Marco 14, 33 - 34).
Ora Lui sta per venire e noi il puledro non l’abbiamo trovato, perché è stato già utilizzato, perciò ci tocca prendere l’asina, la madre di quel puledro. L’omega è venuto per salvare l’Alfa e noi dobbiamo eseguire gli ordini del maestro. Dai, prendiamo l’asina e facciamo salire la Sua Sposa per portarla dal Re che sta aspettando. La Sua Sposa sarà degna di Lui se percorrerà la stessa strada. Prima gli omaggi e le osanne e poi se avrà il coraggio di togliere il sudiciume dalla Casa di Dio, cacciare i mercanti dal Tempio, potrà incamminarsi verso il Golgota, attraversando il Getzemani, accettando il suo calvario.
Noi abbiamo anche il compito di ricordare alla Sua Sposa: “ Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto sopra un puledro d'asina”. (Giovanni 12, 15) per incontrare la Sua Sposa.
Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli. (Matteo 24, 30 - 31)
Rispose Gesù, dicendo: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo". (Matteo 26, 30 - 31)
Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te.
In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda (Matteo 11, 11 - 15).
E diceva loro: "In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza". Dopo sei giorni, Gesù prese (sempre) con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. (Marco 9, 1 - 3).
E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". (Marco 10, 35 - 40). Chi ha orecchi intenda
La Chiesa di Cristo si avvia a tribolazioni che sono state profetizzate, che annunciano la Sua seconda venuta.
Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi". Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".
(Giovanni 21, 22- 23).
Carissimo, non è Gesù che ha bisogno di una bestia da soma, ma la Sua Sposa perché sta per arrivare la Sua ora.
Sicuramente, non ci avrai capito nulla, ma non importa a noi, dobbiamo solo eseguire gli ordini perché siamo servi inutili. Dai tira la corda che io spingo da dietro, quest’asina mi sembra che abbia percepito qualcosa.
ANGELO
Hai fatto bene i conti? Vuoi un aiutino, ma ricordati di contare anche la carne della stessa carne, anche se parliamo di pesci. L’aiutino è in Luca 3, 23-38.
Ti assicuro che l’ho ricevuto adesso e te lo dico. L’altro giorno mi ha detto solo cosa erano i centocinquantatre pesci. E’ vero che solo dopo ci viene chiarito tutto. Dai spingi, no scusami tu devi tirare.
Ivano
La figura di Giovanni non ha un volto... E' chiamato diverse volte il discepolo che amava di più. Siamo sicuri che fosse un'uomo?
Prisma
Ivano, secondo te era una donna?
IlRospo
Vorrei partecipare a questa interessante discussione, postando una riflessione di Pavel Florenskji, che chiarisce come il Cristianesimo riveli la sua essenza nell'apostolo che Cristo amava.
...Intorno al Cristo ci sono alcuni circoli concentrici che conoscono più e più profondamente, a misura che si restringono. Partendo dall’esterno ci sono “le masse del popolo”; poi l’entourage del Cristo; poi i discepoli e seguaci segreti come Nicodemo, Giuseppe d’Arimatea, Lazzaro e le sorelle, le donne che seguivano Cristo, ecc.; poi ancora gli eletti, “i settanta”, poi “i dodici”, poi “i tre”, cioè Pietro, Giacomo e Giovanni, infine “uno che il Signore amava (Giovanni n.d.r.) ” (Gv. 13, 23; 19, 26; 20, 2; 21, 7, 20). (P. Florenskji - La colonna ed il fondamento della verità)
prisma
Ciao IlRospo, interesante la riflessione di Pavel Florenskji.
ANGELO
Si! Fino a riconoscerlo in voi stessi, chiamati ad essere figli di Dio, prima in terra e poi per sempre in Cielo. I veri Adamo ed Eva di Spirito. Da Abramo a Gesù, da Gesù fino a noi.
Ed a riguardo dell'apostolo che Gesù amva di più, qui c'è anche la soluzione, se fosse maschio o femmina.
Per quanto mi riguarda io mi sento parte di quella sposa!
Prisma
Angelo, è sconvolgente quello che dici, ma non ti posso dare torto, non vedo altre soluzioni.
Paul Caruana
Vi posto un'interessante meditazione di un mistico sull'Apostolo Giovanni.
Maria è Madre del Verbo, fatto la carne del corpo dell'uomo morente sul Legno della croce.
Il Verbo fatto carne del Corpo dell'uomo Figlio guarda Maria e Giovanni dall'alto della Sua croce di morte della carne.
La Donna Madre è piangente il dolore della carne dell'uomo figlio suo, che muore sulla croce per offrire al suo fedele Giovanni, la luce del Verbo suo fatto libero nella morte del corpo carne.
Giovanni il prediletto sta piangente il suo Gesù che tanto lo ama e lo chiama: "Figlio!" L'uomo Gesù morente in croce chiama figlio il Suo prediletto e a lui il Verbo Figlio si dona nell'unità d'amore della Donna fatta Madre del Verbo di Dio vivente in Giovanni.
Il Verbo di Dio Padre, disceso come Figlio della Donna, si è fatto, nel cuore prediletto di Giovanni, figlio dell'uomo morente sulla croce e figlio dell'amore vivente del cuore della Donna Madre.
Il cuore del prediletto Giovanni è fatto la chiesa del Verbo (Parola Figlio) dove stabilmente abita l'amore materno della Donna fatta Madre del prediletto Figlio che è la chiesa del Verbo dell'amore vivente.
Il dolore dell'uomo Gesù, sofferente in sua carne di uomo, si trasfigurò in amore accresciuto per il suo prediletto Giovanni.
Gesù, sofferente della passione della carne inchiodata dagli uomini al maledetto legno, volle trasformare in bene tutto il male sofferto sul legno della croce dove era appeso per amore degli uomini.
L'amore del prediletto Giovanni ha potuto trasfigurare in beni dell'amore tutti i mali fatti all'uomo Gesù dai crudeli uomini che lo inchiodarono al legno della croce.
L'amore di Gesù per Giovanni, l'amore di Giovanni per Gesù fu la comunione di bene supremo capace di trasformare in benedizione piena di Dio amore tutto il male che era maledizione per gli uomini l'avere ucciso il Figlio di Dio fatto l'uomo.
Solamente la comunione d'amore dei Cuori uniti di Giovanni e Gesù ha potuto trasfigurare in bene per gli uomini il male che è l'uccisione di Dio uomo.
Per amore di Giovanni il prediletto, il Verbo-Dio fatto uomo, ha potuto donarsi al cuore di un uomo vivente sulla Terra.
Il pianto di amore di Giovanni ai piedi della croce di Gesù ha potuto attirare a terra il cuore di Gesù agonizzante causa il male della terra.
Il pianto di Giovanni ha vivificato la terra di amore del cuore di Dio, disceso sulla croce per asciugare le lacrime d'amore del suo prediletto.
Se l'amore di Dio vivente nel cuore di Gesù morente non avesse potuto discendere a terra nel cuore di Giovanni necessariamente si sarebbe allontanato sempre più dalla terra, lasciandola per sempre sotto la mortale maledizione che è assenza dell'amore di Dio vivente nel cuore dell'uomo. L'amore di Dio disceso dalla croce nel cuore del prediletto uomo Giovanni ha potuto dare vita alla benedizione di grazia promessa dal Padre ad Abramo per tutta la terra e per tutte le genti viventi sopra di essa. Così nel cuore di Giovanni piangente ai piedi della croce entrò l'amore di Dio per gli uomini fatto, per amore di Dio per gli uomini, fatto per amore di Giovanni, la promessa di grazia per tutti gli uomini che l'accolgono.
Il cuore di Giovanni si fece, ai piedi della croce di morte dell'uomo, il novello tempio del cuore che porta l'amore e la grazia, il perdono di Dio uomo morto e risorto in cielo e in terra nel cuore tempio del suo prediletto Giovanni.
Il cuore di Giovanni è la vera chiesa dell'amore di Cristo risorto nel suo prediletto Giovanni per farlo il tetto sicuro della casa dove è chiusa e nascosta l'antica promessa di grazia degli uomini.
Paul Caruana
Vorrei allacciarmi all'interessante riflessione di Prisma per aggiungere un ulteriore punto utile per comprendere come la Rivelazione si compia in e con Giovanni.
Lei ha giustamente evidenziato la questione della visita al sepolcro. Ora se ci fa caso, Giovanni attende Pietro, poi entra prima Pietro, quindi entra Giovanni e vede ma anche solleva i veli che avvolgevano il corpo di Cristo.
Questo "sollevare i veli" rappresenta il disvelare i segreti dell'Amore di Cristo.
Pietro entra ma non vede.
Giovanni entra e vede e rivela.
Ma ancor di più se nota nell'approccio giovanneo vi sono 3 verbi che palesano l'intera rivelazione cristiana:
scorgere - contemplare - vedere
Il vedere rappresenta la perfetta sintesi dei segreti di Dio, nascosti nei linguaggi apparentemente contraddittori della Bibbia.
Non crede?
Ora ciò che si deve comprendere è come questo spirito che non muore mai si inveri e si sia inverato nella storia per essere rivelatore dei segreti del Cuore di Cristo.
Questo è il punto cruciale da approfondire. E direi che in tale ambito è palese che nel passaggio di figliolanza tra Cristo e Giovanni, vi sia da considerare un passaggio di Regalità.
Saluti cordiali
Paul
Prisma
Ciao Paul, grazie del tuo contributo, concordo con te. A me, in proprosito, viene da pensare come mai l'evangelista usa il verbo "credette" riferito soltanto all'apostolo che Gesù amava e non usa il verbo "credettero", escludendo, in questo modo, Pietro dalla fede.
Paul Caruana
La domanda è interessante ed è una questione sulla quale molto ho lavorato confrontandomi anche con esperti. Curiosamente siamo arrivati tutti alla stessa conclusione.
Lo spirito del tradimento di Pietro si è inverato all'interno del papato. Infatti nei secoli abbiamo avuto Papi santi e straordinari e Papi traditori del Vangelo, basti pensare a Bonifacio VIII, ad esempio. Quindi in un certo senso nello spirito di Pietro c'è una certo rivolgersi alle cose del mondo, la testa rivolta verso la telluricità e quindi spesso a non rimanere con lo sguardo fisso, come Giovanni, sul Verbo Creatore.
Per questo motivo Cristo ha detto "su questa pietra costruirò la mia chiesa" non ha detto "con questa pietra".
Questo è il punto focale della trasfigurazione della Legge in Amore; a questo si aggiunga come il Papa sia Vicario di Pietro mentre Giovanni, che rappresenta la Regalità, sia Vicario di Cristo. Questo le fornisce la chiave anche sul pregresso post relativo alla figura del Prediletto come primaria, così come lei intelligentemente ha intuito.
Cordialità
Paul Caruana
Paul Caruana
Gentile Prisma
sarebbe da capire come e quando questa figura giovannea si possa essere inverata nella storia. Una chiave interpretativa che ho riscontrato è che deve essere, per esclusione, nel terzo millennio, anche se è stata sempre presente durante i secoli in una sorta di nascondimento, se vogliamo iniziatico. Si tratta ovviamente di uno spirito che può essere stato colto da qualche studioso sensibile.
Il terzo millennio rappresenta la Resurrezione dello Spirito, che è stato come sepolto dalla pietra della Legge. La Bibbia ci chiarisce che un giorno equivale a mille anni (Salmi 89,4), pertanto è a cavallo tra il XX ed il XXI secolo che deve avvenire o sta avvenendo questa rivoluzione copernicana.
Tale cambiamento non può non accadere se non per mezzo di un linguaggio rinnovato, ma nella piena Tradizione; un linguaggiio che rivela il segreto dell'Amore di Dio.
Comprendere chi sia stato il veicolatore di questo linguaggio giovanneo, ritengo sia quanto mai complesso. A mio avviso comunque si deve trattare di una figura nascosta, della quale sicuramente qualcuno all'interno della Chiesa è al corrente ed, a mio avviso, questo dovrebbe collegarsi al 3 segreto di Fatima, ove lei propone un'interessante interpretazione.
Su un punto però ritengo di avere una certa chiarezza, non può essere spirito di Pietro, quindi non il Papa.
Il Papa in questa nuova situazione deve, come lei ha evidenziato, introdurre questo nuovo linguaggio ed in un certo senso preparare il popolo nei tempi e nei modi che riterrà opportuno.
L'Enciclica "Deus Cariats Est" ed il richiamo del Papa a riscoprire l'apostolo Giovanni ne sono un chiaro segno.
Cordialmente
Paul Caruana
Prisma
Ciao Paul, poni interrogativi interessanti di non facile risoluzione. Bello il passaggio del mistico (chi è?): "Il pianto di amore di Giovanni ai piedi della croce di Gesù ha potuto attirare a terra il cuore di Gesù agonizzante causa il male della terra. Il pianto di Giovanni ha vivificato la terra di amore del cuore di Dio, disceso sulla croce per asciugare le lacrime d'amore del suo prediletto. ... Il cuore di Giovanni è la vera chiesa dell'amore di Cristo risorto nel suo prediletto Giovanni per farlo il tetto sicuro della casa dove è chiusa e nascosta l'antica promessa di grazia degli uomini"
Paul Caruana
Non so chi sia il mistico, questa riflessione mi è stata inviata via email qualche anno fa e rileggendola, l'ho trovata profetica e veritiera.
Questo mistico deve aver colto l'importanza dell'Apostolo Giovanni nella sua interezza, prospettando una descrizione commovente ed anche realistica nell'economia delle cose divine.
E' da osservare che in ambito ortodosso l'Apostolo prediletto venga definito come "Teologo" e come lo stesso Papa G. Paolo II abbia fatto riferimento nell'Enc. "Dom. et Vifif" ad una rivelazione nel passaggio dove chiarisce che "lo Spirito Santo viene rivelato in un modo nuovo e più pieno. Egli non solo il dono alla persona (alla persona del Messia) ma è una Persona-dono".
Questa è un'affermazione di straordinaria importanza la "persona-dono" è in linea pertanto con l'ipotesi che questa Rivelazione possa avvenire attraverso qualcuno che sposi lo Spirito di Giovanni, piuttosto che quello di Pietro.
Saluti cordiali
Paul Caruana
ANGELO
Condivido tutto e ringrazio per la bella esposizione, messa ben per iscritto che rivela preparazione, di Paul Caruana. La Chiesa di sicuro sa, ma teme di non essere compresa e Lei stessa teme di non essere in grado di comprendere! La Chiesa deve solo pascere del pecore, anche se conosce le rivelazioni dei mistici e dei moderni profeti. Io ne ho certezza perché ho cominciato a leggere i Sermoni di Sant’Antonio e trovo sempre grandi legami in quanto rivelato dai Santi nelle loro esposizioni e riflessioni, che denotano un’unica e vera provenienza. Non condivido, scherzosamente, solo il Lei dato a Prisma che penso sia timorosamente troppo educato e poco cristiano! E’ uno ostacolo che dobbiamo superare noi cristiani o credenti in un unico Dio Padre, che ci concede il tu nei suoi confronti e che dobbiamo estendere a tutti gli uomini che Lui ama, il tu dell’amore e del sentirsi un'unica sostanza con Dio, in formazione naturalmente.
Io non ho studiato e non so cosa mi sia veramente capitato. Mi è sembrato di sentirlo ma poi ho avuto la certezza di averlo sentito per quanto mi ha iniettato in Spirito e Sapienza (riconoscendo il senso delle Scritture e della “Consolazione” che che ci donano).
Posso solo dirvi che è meraviglioso tutto quello che sta avvenendo fin dagli inizi dei tempi, in tutto quello che avviene e che viene raccolto dal Cielo. Lui opera in noi e noi in Lui.
Abbiamo solo delle limitazioni che supereremo solo quando arriveremo ad avvicinarci alla Santità.
Il Tempo, il Male e tutto quello che avviene in questo tempo e che noi non riusciamo a comprendere, nemmeno con l’aiuto delle Scritture nelle quali è spiegato tutto.
Ritornando al confronto di Giovanni o l’apostolo che il Cristo amava (paragonabile a “con buona volontà”) con Pietro, le spiegazione più eclatante viene data dall’epilogo nel l’ultimo capitolo che chiude i Vangeli, in quello proprio attribuito all’apostolo Giovanni, peraltro il più giovane.
“Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: "Signore, chi è che ti tradisce?". Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: "Signore, e lui?". Gesù gli rispose: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi". Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".
Conclusione
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
(Giovanni 21, 20-25)
ANGELO.
P.S. "Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?".
Paul Caruana
Lei Angelo coglie il grande mistero cristiano con estrema chiarezza. Non dubito che lo Spirito Santo possa rivolgersi a chi vuole ed in realtà la Bibbia ce lo fa capire con un passo da pochi considerato e che un caro amico, come me appassionato ricercatore, ha cortesemente inviato alla mia attenzione:
Isaia 20,22
In quel giorno chiamerò il mio servo
Eliakìm, figlio di Chelkia;
lo rivestirò con la tua tunica,
lo cingerò della tua sciarpa
e metterò il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il casato di Giuda.
Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide;
se egli apre, nessuno chiuderà;
se egli chiude, nessuno potrà aprire.
Lo conficcherò come un paletto in luogo solido
e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre.
A lui attaccheranno ogni gloria della casa di suo padre: discendenti e nipoti, ogni vaso anche piccolo, dalle tazze alle anfore».
In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti cederà il paletto conficcato in luogo solido, si spezzerà, cadrà e andrà in frantumi tutto ciò che vi era appeso, perché il Signore ha parlato.
Se lei lo legge in un'ottica petrina, è comprensibilissimo, che il rinnovamento della Chiesa può avvenire solo in Giovanni, il segreto di Cristo sulla terra.
Astutamente alcuni teologici hanno voluto fornire l'interpretazione che Giovanni rappresentasse il popolo, invece rappresenta sè stesso. Egli è persona e modello che ci può indicare questa possibilità di diventare Chiesa nel cuore, senza le distrazioni del mondo al fine di acquisire la vera pace, che è uno stato di coscienza.
Quindi ci dovrà essere, come ho già scritto, qualcuno che ha sposato o sposa lo spirito di Giovanni, legato alla figliolanza regale con Cristo, piuttosto che lo spirito di Pietro, troppo spesso orientato alle cose del mondo.
In un certo senso Pietro rappresenta il reggente, non il Re (ed anche questo aspetto quadra con la descrizione della Vigna che deve essere restituita al Padrone...).
Curiosamene infatti l'ultima incoronazione papalina fu quella di Paolo VI, poi più nulla.
Va altresì considerato un ulteriore punto: Giovanni ci descrive il Verbo come Parola che crea e nella fattispecie questa ci pone al di là del peccato. L'uomo che si specchia nel Verbo, si riveste di un abito nuovo e questo si concilia con la frase di Cristo sulla perfezione: siate perfetti come è perfetto il Padre vostro. In tale ambito è palese che il riferimento alla perfezione non può essere altro che nell'Amore e nel riconoscere la propria impotenza davanti a Dio.
Ma significa anche iniziare a fidarci di Dio che ci dice: amami come sei, il resto lo farò Io.
Per trovare il Verbo ci vuole l'amore al Verbo, ed allora in tal caso il Verbo si dona e ciò spiega il perché Dio si sia fatto uomo nel sangue di Davide peccatore. La spiegazione è semplicemente che Re Davide sapeva riconoscerci debole nella carne davanti a Dio.
Dio si è fatto uomo per insegnare agli uomini a non farsi Dio. Gli uomini tendono ad innalzare idoli, come nel caso delle ideologie.
In realtà l'uomo ha il diritto/dovere di creare le premesse per diventare Tempio di Dio vivente, solo allora la sua parola diventerà Parola di Dio, ma solo nella libera adesione.
Cordialità a tutti
Paul Caruana
ANGELO
Grazie per le spiegazioni, che io peraltro nelle mie non riesco a esprimere bene per colpa di lacune scolastiche e di preparazione, anche sulle scritture. Solo adesso comincio a leggerle ed a comprenderle in tutto. Si sono d’accordo nel riconoscersi pari al nulla davanti al Suo cospetto ed è Lui che ci veste e ci nutre.
Per quanto riguarda il Giovanni come popolo o come persona, posso solo dire che non c’è molta differenza. Come un popolo è formato di individui, anche un corpo è formato di membra, che a loro volta sono formate di cellule viventi. Bisogna solo distinguere quello che è Spirito con cosa è carne, che rimarrà in questa terra come semplice placenta, anch’essa all’apparenza carne, ma non creatura in possesso del vero Libero Arbitrio che governa l’immensità. Scusate il mio modo di parlare poco chiaro ed alquanto sibillino, ma io scrivo di impulso e vi ringrazio per le stimolazioni che date al mio spirito che risponde con queste parole che sono le mie vere preghiere di Gloria all’Altissimo, che è venuto a mettere la tenda in me, semplice servo alquanto inutile, perché fa solo fare quello che Lui gli dice.
Paul Caruana
Grazie a te per l'ospitalità. Dio ti benedica e ti doni l'amore alla Sua Parola, per fare di te, Parola vivente del Suo Amore.
Paul
Prisma
Angelo, quei pesci, secondo me, sono le nazioni , i popoli della terra che diventano cristiani sotto l'azione salvifica della Chiesa che li "pesca" dal mare con l'aiuto di Pietro e li tira fuori dall'acqua per essere poi "mangiati" da Gesù e dai suoi discepoli. Cioè noi cristiani finiti nella rete di Pietro e dei discepoli di Gesù dobbiamo fare da nutrimento spirituale per Pietro, per Gesù e per i discepoli stessi di Gesù, così come Gesù fa da nutrimento per noi essendo il pane della Vita, che lui distribuisce insieme al pesce.
Purtroppo Israele non riconosce Gesù come il Messia e quel numero 153 segna un confine, indicando in Israele un popolo che nella rete di Pietro non ci è ancora finito e quindi non è ancora stato pescato, nel senso che Israele non si è ancora convertito al cristianesimo.
In questo modo Dio dimostra la sua natura profetica, confermando che Lui è il motore del mondo e che sa tutto, il presente e il futuro, come tra l'altro riconosce anche Pietro in Gv. 21,17.
ANGELO
Tu mi dai un indirizzo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_di_nazioni_per_area
ed io te ne do un'altro:
http://angeloanonimo.splinder.com/post/11758542#comment-31930634
Ora tu dici che secondo ... te!
Ma primo chi è?
A me mettimi anche terzo!
Perchè lì è il mio posto.
Tu cerca di capire il perchè?
Io "penso" che il primo sia l'origine, il secondo il figlio ed il terzo ... tutto.
Di questo passo ti lascerò il Maestro Zen per insegnarti a nuotare.
therock
Salve a tutti, ho letto cose molto interessanti su questo sito e vedo che l'approfondimento escatologico sul "quando" tornerà il nostro amatissimo Gesù vi appassiona. Ebbene premettiamo subito che Dio non vuole che l'uomo sappia mai quel quando. Sconvolgerebbe il progetto salvifico. Noi tutti conosciamo la nostra natura umana e cosa potrebbe succedere se sapessimo da anni "quando"?
Resteremmo mai sempre a fianco di Gesù? Perché se deve finire in quel "quando" non prendersi invece qualche licenzina fino a un mese prima e poi confessarsi e comunicarsi, fare qualche riparazione e mettere tutto a posto?
Questo nel caso di cristiani cattolici furbi , e ne conosciamo tanti! Ma i cristiani della riforma? E i non cristiani? Per l'Islam c'è il deterrente del loro Mahdi nascosto, che in questo caso verrebbe insieme a ISA Gesù quel "quando", per aiuto nel giudizio finale, a collaterale-sic! Almeno così dice una delle loro fonti coraniche! E gli Ebrei avrebbero nello stesso "quando" anche il loro Messiah, ovviamente! Si comporterebbero tutti in conformità all'importanza del momento ? 2 Pt 3,8 e seguenti?
Ecco perché Gesù consapevole del rischio di una ulteriore massiccia dannazione di anime non può dire quel quando, anche se molto fortemente sappiamo che lo sa. "...prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio e quello che è mio è del Padre" Gv16,14-15 " Tutte le cose mie sono tue e le tue sono mie"Gv 17.10 Come farebbe mai a non sapere dalla Spirito Santo quel " quando" è ovvio che nemmeno ai propri diletti può rivelarlo
cosa succederebbe se nell'insistenza egli mosso a benevolenza lo dicesse? Ecco perché dice
"nemmeno il Figlio lo sa, solo il Padre lo sa!" Mt 24,36
La Nostra Madre Santissima nei Cieli è consapevole di ciò " resterà in purgatorio fino alla fine del mondo" Tale espressione alla piccola Lucia da parte della Madonna di Fatima suppone non una semplice preveggenza, ma che ne conosca esattamente il tempo durante il quale l' amica di Lucia debba restare in Purgatorio. essendoci quindi un termine ad quem. Lascio a voi la valutazione di questa testimonianza.
Quindi a tutti voi un augurio e una speranza , rendiamo grazie a Dio per ogni giorno che ci separa dalla venuta del suo Figlio, perché è attesa di vita futura.