Con questo post intendo aprire una meditazione sul rapporto tra Stato e Chiesa.
Gesù nel Vangelo dice che non si possono servire due padroni. Chi sono questi due padroni? Uno è senz'altro Dio e l'altro è Mammona, cioè i soldi, il potere. Tuttavia la mia spiritualità, oltre ai soldi e al potere, vede in Mammona anche lo Stato e il "padrone privato".
Sappiamo che lo Stato è una Istituzione voluta dall'uomo e che lo Stato deve essere laico e indipendente. Tuttavia le leggi dello Stato spesso sono contrarie alla legge di Dio. Mi riferisco in particolare all'obbligo del servizio militare (forse ultimamente abolito e reso facoltativo in Italia) o alla pena di morte vigente ancora in diversi stati.
Il cristiano che ama Gesù si trova spesso tra due fuochi. Da una parte c'è lo Stato e dall'altra c'è Gesù-Dio. Spesso ubbidire a Dio, significa andare contro le leggi dello Stato o rischiare di essere licenziati.
Gesù insegna tra l'altro a dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. Quella frase viene detta da Gesù quando viene interrogato dai farisei sulla liceità di pagare le tasse a Roma. Gesù chiede di fargli vedere una moneta e chiede di chi è quella immagine impressa sulla moneta. Gli rispondono che è di Cesare e a quel punto Gesù dice di dare a Cesare ciò che è di Cesare e di dare a Dio quello che è di Dio. Ora Cesare era l'imperatore romano che tutti conosciamo, ormai morto da un pezzo e che nel corso della Storia è diventato il simbolo dello Stato. Tuttavia Cesare era un uomo, un comandante che essendo ormai morto e sepolto, pone l'interrogativo di chiedersi che senso ha al giorno d'oggi quella frase di Gesù, visto che Cesare-uomo non c'è più.
A quei tempi la Palestina era sotto la dominazione di Roma che imponeva agli ebrei il pagamento delle tasse. Roma faceva da Stato padrone e alla riscossione delle tasse spesso metteva delle persone reclutate da gente del posto: i cosiddetti "pubblicani", gente senza scrupoli, peccatori come tanti che, dietro qualche privilegio, accettava l'incarico di riscuotere le imposte per conto di Roma. Tra i pubblicani troviamo anche Matteo, il discepolo di Gesù. Rileggiamo i passi del Vangelo di Matteo in merito:
"Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?".
Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori".
Secondo Gesù i pubblicani, agenti delle tasse per conto di Roma, al servizio di Mammona, sono peccatori che hanno bisogno del medico, cioè di Gesù e del suo insegnamento. Del resto si tratta di persone che a quei tempi si sono "vendute" a Roma, tradendo la propria identità spirituale e culturale, probabilmente per disperazione e necessità. Vivono in una condizione psicologica che preferirebbero evitare e non sono persone libere, ma comandate.
A quelle persone Gesù va incontro, facendo capire che per Dio la misericordia è più importante del sacrificio.
Gesù dimostra molta maturità e senso civico, riconoscendo che chi si mette al servizio dello Stato, probabilmente lo fa per necessità. Si tratta spesso di "poveri diavoli" che non sanno trovare sistemazione migliore nel mondo del lavoro e scelgono la loro "sistemazione" sotto lo Stato Mammona, forse anche per comodità e sicurezza economica. Lo stesso discorso lo si può rigirare a chi si mette al servizio di un padrone "privato". Chi, per lavoro, sceglie di servire il privato o l'impresa, in un certo senso "tradisce" Dio, perché Dio vuole che tu segua Lui e ti metta al suo servizio e non al servizio di altri "padroni".
Gesù invita ad avere misericordia nei confronti di queste persone e a non giudicarle. Ma avverte tuttavia che chi vuole servire Dio non può servire contemporaneamente anche Mammona e tutto quello che Mammona rappresenta.
Per questo mi chiedo e ti chiedo che senso ha, a livello spirituale, il rapporto tra Stato e Chiesa alla luce dell'insegnamento di Gesù.
Che senso ha Il rapporto tra uno Stato che ha le sue leggi e i suoi servitori, rappresentati dagli statali che si mettono al servizio dello Stato e che da questo sono pagati e la Chiesa, il popolo di Dio che si mete al servizio di Dio e che da Dio sono "pagati" ?
TOMMASO
Fatta la legge! Eseguito l'inganno!
Molti veri cristiani cercano di essere onesti al servizio dello stato perchè la legge ha buoni intenti e le tasse servono per costruire anche le strade che servono per portare più velocemente i malati a cercare conforto o qualche miracolo (stai attento e cerca di seguirmi che oggi non è giornata, tra tante serpi, pensa che prima di andare nel mio blog sono venuto da te per avere un momento di pace).
Gesù ha voluto dire che necessariamente bisogna pagare il tributo alla morte (ma perché sono così sibillino? Perché io vedo tutto chiaro e non riesco a farmi capire?).
Cesare era morto … per sempre ma Gesù (Dio) è venuto nel regno dei morti per resuscitarci tutti.
Io sento che LUI è con me perché io queste cose non sapevo nemmeno potessi scriverle e quando inizio a commentare non so nemmeno quello che scriverò. Spesso sento che qualcosa deve pur averla detta Gesù (tra quelle rimaste) ed aiutandomi con il “trova” o “cerca” … mi si apre un mondo nuovo e vedo che erano in me ma non le avevo mai lette prima.
Ritornando al tuo post io ti dico solo che bisogna sottostare allo Stato, alla malattia, alla morte e a tutto quello di questo mondo solo se vengono da Verità.
Non dimenticarti che la legislatura attuale deriva da quella romana e ti assicuro che nella Sua arroganza era molto più vera di quella di adesso.
Se poi notiamo come Pilato voleva salvare Gesù o come Socrate accetto la condanna perché era lui stesso che voleva realizzare la vera condanna per le loro falsità, non penso che sia difficile comprendere. Mi accusano di essere superbo e presuntuoso perché dico il vero e non è bello giudicare gli altri … evasori se poi non ci riconosciamo anche noi evasori, maggiormente verso Dio.
Il Papa, ultimamente, ha detto che un buon cristiano deve pagare le tasse se queste servono per la comunità e per il benessere di tutti, ma se poi è lo Stato in Mammona, che siamo sempre noi, non le porta a compimento … allora siamo morti come Cesare.
Il mio cambiamento mi ha danneggiato nella Carne ma mi ha elevato nello Spirito. Io sono un servitore dello Stato e da quando ho smesso di tacere e di scendere a compromessi (la falsa tiepidezza che sfocia nell’omertà) vengono continuamente messo da parte.
Mi dicono che sputo nel piatto in cui mangio mentre gli ricordo che il banchetto non vale una pietanza che non è affatto amara ma è più efficace di qualsiasi veleno per lo Spirito.
Io benedico l’intera tavola e rispetto chi quel piatto non l’ha mai mangiato e pensa che io lo mangi per il bene anche suo e di tutti, credenti e non credenti, ma tutti di buona volontà.
Io non mi sono alzato dalla tavola perché vorrebbero che io me ne andassi per lasciarli alle loro scorpacciate alle spalle del prossimo, ma io devo salvare loro e devo necessariamente essere quel ramoscello nei loro occhi … A COSTO di prendermi il TRONCO nel mio e lasciarmi essere giudicato come io giudico tutti.
Ma chi si offende lo sa perché ed io non mi offendo se mi dicono che la mia religione non esiste in questo mondo.
Una cosa è certa che la croce della salvezza, non solo mia, è in quel tronco perché piccole croci da portare tra le tette, non servono a nulla perché la croce deve essere grande per sorreggere tutto il mondo … per salvare il mondo.
E scusami se parlo come se fossi il Cristo, ma cominciamo a farlo con le parole perché quando arriverà l’ora non si potrà costruire il Regno con dei ramoscelli, dicendo: “Signore! Se sono fatto così la colpa è anche tua che non mi aiuti”.
Anche questa è una verità per chi non ha voluto sentire Dio, in quel Mammona che frana continuamente sulle spalle delle povere anime.
Molti non comprendono perché avvengono cose brutte nonostante esisti un Dio Misericordioso e non cercano di trovarlo anche prendendosi una piccola croce.
In Verità, Simone di Cirene è molto più avanti a Gesù in quel cammino, come lo è stato il buon ladrone ma il morire prima non vuol dire non vivere in eterno anche in quei momenti che ti fanno sentire la Grazia che se non è Dio a darmela, di certo la danno quei poveretti che si prendono le nostre croci che rifiutiamo continuamente.
Il giudizio e la condanna siamo noi a costruircela perché noi siamo Dio fin da quando eravamo Angeli caduti.
Tempo al tempo e dello Spirito di Dio non rimarrà più nulla e non sarà Dio a soffrire nel raccolto, ma a gioire.
La pena eterna lasciatela ai malvagi! Al dio malvagio. L’Iddio di misericordia nel Suo Volto Vivente in Gesù Cristo non permetterà che ognuno di voi muoia senza aver capito.
Quel poco! Anche minimo atto di misericordia che “commetterete” (bella questa parola che mi suggerisce lo Spirito) sarà presa e messa insieme al molto che forma la vera Sposa.
Si è iniziato con una costola e si finirà con una costola che sprigiona sangue ed acqua salvifica che disseta la sposa che nella madre del Dio fu inondata insieme al Figlio che doveva accudirla fino alla fine dei tempi.
Non ho bisogno degli uomini per sentire il mio Spirito che esplode e se vi fa rabbia di tanta grazia, seguite le Parole di vita Eterna e vedrete dove abita il Signore.
AMEN
Prisma
Angelo-Tommaso, mi dici che sei un servitore dello Stato e che da quando hai smesso di tacere e di scendere a compromessi vieni continuamente messo da parte.
Le tue parole dimostrano appunto che non si possono servire due padroni. Dio ti chiede di servirlo, invitandoti a parlare, ma l'altro padrone preferisce che tu stia zitto e ti mette da parte. Vedi, sei tra due fuochi.
Il Papa ha recentemente affermato che la Chiesa cattolica è l'unico modello di Chiesa voluto da Gesù.
Con tutto l'affetto e il rispetto che ho per il Papa, è' una affermazione che non mi trova molto d'accordo perché il Papa oltre ad essere il capo della Chiesa cattolica, è anche un capo di Stato, un Re, se vogliamo.
Dio non ha mai visto di buon occhio gli Stati. Dio vuole un popolo e non uno Stato. Gesù te lo fa capire bene quando lo vogliono fare Re. Cosa fa Gesù? Scappa via e si va a rifugiare sui monti, tutto solo, tanto per fare capire quanto Gesù-Dio ci teneva a diventare un Re, un capo di Stato.
Perché si comporta così? Perché Dio è già di per sé un Re e noi siamo il suo popolo che non ha bisogno di altri Re, perché Dio, come tu ben sai, è geloso. Dio è amore e l'amore è geloso.
Se io fossi Gesù, farei altrettanto e scapperei via, se qualcuno mi volesse fare Papa o Presidente della Repubblica.
Stato e Chiesa, a mio avviso, sono due entità incompatibili tra di loro.
Lo Stato secondo me deve trasformarsi e diventare Chiesa, ma attenzione che la Chiesa non deve diventare Stato. Se la Chiesa diventasse Stato, come lo è già in parte con lo Stato del Vaticano, non sarebbe più Chiesa, ma Stato e tradirebbe la sua missione, dal mio punto di vista spirituale.
Un altro esempio di Stato è quello di Israele. Israele è il popolo di Dio che Dio vuole come popolo e non come Stato. Stato di Israele e Stato del Vaticano sono due Stati, uno più piccolo dell'altro, ma grossi come macigni in termini di influenza politico-economica-religiosa nel panorama mondiale.
Sono come due galli in un pollaio, due fratelli che per ora si tollerano, ma io penso che verrà il momento in cui non si potranno più vedere e si elimineranno da soli o, forse, Caino ucciderà Abele.
A quel punto, là dove il cerchio si chiude, dove l'Alfa e l'Omega si toccano, in un nuovo fine per un nuovo inizio, Dio dirà a Caino: "Dov'è Abele tuo fratello ?" ...
ALBINO
Non c'è nulla da aggiungere! Cesare ed il suo impero è morto per sempre come scompariranno tutte le cose appartenenti alla morte.
Eppure si scandalizzarono nel pensare ad un Dio che è Padre e Madre, pensando al loro sfuggente presente.
Loro non vedono quello che Dio fece intravedere a Mosè, quel luogo nuziale chiamato Regno, o Paradiso per Mosè che intravide la coppia di sempre, che solo conosceva: Adamo ed Eva.
Ma l’eternità è anche presente, senza passato e futuro perché tutto è nel TUTTO.
Noi Cristiani già vediamo meglio, oltre quel velo che traspare di Verità.
Noi intravediamo l’Adamo di Spirito e la Sposa Terrena: “Gesù e la Madre”, ma qualcosa ancora non va anche se con un gioco di parole possiamo anche capire cos’è per noi la Madre del Cielo, in quella ragazzina madre e subito sposa di un vecchio.
Pietro, non aver paura di scoprire quel velo, come un bambino, come un figlio che si sveglia nella notte e non pensa di sorprendere i propri genitori ma di essere consolato dalla sua paura per la loro apparente assenza. Loro però ci sono SEMPRE con noi, come noi in loro, se pensiamo che tu sei già dagli inizi, come sosteneva Gesù.
Gesù e Maria erano già in Adamo ed Eva, perché nulla nella carne si crea ma si trasforma per opera dello Spirito. Molti credono nell’immortalità della carne perché noi siamo l’immortalità della prima coppia, ma ipocritamente non credono nell’immortalità dello Spirito che dal Tutto ne fa una Cosa Sola. L’Alfa è Uno: l’inizio e l’Omega è UNO: la fine. Un UNO che si divide come una cellula Spirituale per tramandare la Vera Eternità nella Perfezione.
Tu ti scandalizzerai a sentire parlare in questi termini, ma io quel velo l’ho scoperto, rischiando di essere rimproverato, ma lì c’era la Luce e dietro di me le tenebre.
Anno sorriso e mi hanno accolto e ho riconosciuto il loro volti:
Il Volto di Dio: Gesù Cristo e il Volto della Sua Sposa: NOI con Maria che ci chiama continuamente per ornarsi (arricchirsi) di noi per quell’unione di sempre. Regno o paradiso, terrestre o Celeste.
Chiamatela anche evoluzione, metamorfosi ma lasciate che io la chiami: CREAZIONE.
Gioite perché il primo vero miracolo siamo noi e lo Spirito in noi, acqua celeste deve tramutarvi in Vino … con nostro sangue salvifico per chi non comprende.
Tutti invitati ed il Vangelo è una bella cartolina di invito e lo Sposo non può ritornare a berne di quel nettare vitale se non ci siamo tutti noi.
Non confondete gli abiti che spesso nei matrimoni terreni ci sostituiscono nella festa, ma cercate di vedere i corpi e vi accorgerete che è UNO.
Dal Frutto si riconosce l’Albero e … dall’Acqua si riconosce la Fontana.
Genesi (1: 1-2) - Matteo (26: 29), Marco (14: 25), Luca (22: 18) Giovanni (2: 1-5).
Non ha importanza se ci vogliono 33 secondi (piatti), 33 minuti (dolci), 33 ore (liete), 33 giorni (d’annuncio), 33 anni (di Verità), 33 secoli (di Gloria), 33 millenni (di corteggiamento) … se abbiamo l’ETERNITA’ dell’EREDITA’ di DIO.
LUCIANI (portatori di luce) ALBINO