Qui intendo riprendere il discorso alla luce dell'episodio evangelico dove una donna versa un prezioso olio profumato su Gesù. Rileggiamoli quei versetti:
Marco 14,3-7
Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.
Giovanni 12,3
Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?». Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
In questi episodi i discepoli di Gesù non fanno altro che predicare alla donna quanto Gesù insegna al giovane ricco in Matteo 19,21. Tuttavia qui Gesù non asseconda i suoi discepoli e pare contraddire se stesso. Perché? Perché Gesù non dice alla donna di andare a vendere il profumo e distribuire il ricavato ai poveri così da avere un tesoro in cielo ed essere perfetta? La donna non vende il profumo per distribuire il ricavato ai poveri, ma non fa altro che condividere un bene prezioso direttamente con Gesù. C'è una condivisione, non c'è una vendita. Ricordo che la vendita presume la legittimazione della Proprietà Privata, la condivisione invece può fare a meno della Proprietà Privata.
Qui ricorre di nuovo il verbo "avere": "... i poveri li avete sempre, non sempre avete me". Qui Gesù si contraddice un'altra volta, perché quando Gesù dice: "Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Matteo 28,20) vuol dire che lui non ci ha mai lasciato e quindi non ha senso dire: "non sempre avete me" se Gesù sa già di essere con i suoi discepoli tutti i giorni. Dal mio punto di vista è chiaro che gli evangelisti fanno dire a Gesù quello che fa comodo a loro a seconda delle circostanze.
Gesù, tuttavia, ha una sua logica che non è la logica del mondo, del vendere e del comprare, del mercanteggiare, del dare e avere, ma è quella del condividere e dell'essere.
Quindi come vanno riscritte le parole di Gesù in quei versetti? Secondo me vanno riscritte in questo modo: allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto condiviso verso di con me un bene prezioso compiendo un'opera buona; io e i poveri infatti li avete sempre siamo sempre con voi e potete beneficarci quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò che era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura condividendo l'unguento con me lo ha conservato, lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura perché ciò che si condivide si conserva e non va perduto.