Io sono sicuro che nè morte nè vita, nè angeli nè altre autorità o potenza celeste, nè il presente nè l'avvenire, nè forze del cielo nè forze della terra, niente e nessuno ci potrà strappare da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore. (Romani 8, 38-39)
Come smentirlo? Ancora una volta le scritture ci offrono un passo sul quale meditare profondamente. "Niente e nessuno ci potrà strappare da quell'amore che Dio ci ha rivelato in Cristo Gesù, nostro Signore". Sono le parole dell'apostolo Paolo nella lettera ai romani.
Una profezia non ancora smentita dalla storia. Quello che conta per Paolo è quell'amore che Dio ha rivelato in Cristo Gesù. L'amore di Dio è una questione personale che riguarda te e lui e nessun altro. Riguarda il tuo e soltanto tuo comportamento. Dio chiama te, così come chiama me e come ha chiamato Paolo.
Non farti condizionare dal comportamento degli altri, anche se si professano credenti e innamorati di Gesù, come potrei essere io. Non sono io che devo diventare la tua guida, ma è Gesù e il suo insegnamento. Io come anche la Chiesa, il papa, i sacerdoti e tanti altri non siamo altro che il dito che indica la luna. Devi guardare la luna, non il dito. La luna è Gesù, è lui che devi guardare. Rispondere alla chiamata di Dio, al suo amore come rivelato in Gesù, non vuol dire farsi necessariamente preti o religiosi.
Rispondere alla chiamata di Dio e al suo amore vuol dire rimanere nel mondo e mettere in pratica l'insegnamento di Gesù lì dove Dio ti ha collocato, quindi mettersi a sua disposizione, farsi strumento di amore nelle sue mani. Basta poco, veramente poco.