Qual è il frutto proibito?
Nel libro Genesi 2,9 Dio fa germogliare dal suolo del giardino che ha piantato in Eden ogni sorta di alberi buoni da mangiare e in particolare fa germogliare due alberi in mezzo al giardino: uno è l'albero della vita e l'altro è l'albero della conoscenza del bene e del male. Li pone in mezzo al giardino dove mette anche l'uomo che ha plasmato perché coltivi e custodisca il giardino.
Poi Dio dà un comando ben preciso all'uomo e che potremmo chiamare "primo comandamento". Dio comanda all'uomo di non mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male perché nel giorno in cui ne mangia dovrà morire, mentre invece può mangiare di tutti gli altri alberi.
Cerchiamo di capire: l'albero della conoscenza del male e del bene di che albero si tratta? Perché Dio dà questo comandamento all'uomo? Cercherò di rispondere dando una mia personale interpretazione.
Per anni si è creduto che l'albero proibito fosse un melo per una errata traduzione dal latino. Poi alcuni studiosi hanno pensato che l'albero proibito fosse un fico per il fatto che Adamo ed Eva dopo aver mangiato dall'albero proibito si scoprono nudi e si coprono intrecciando foglie di fico.
Tuttavia la Genesi non dice esplicitamente che il frutto proibito è un fico, lo si può solo intuire. Su Wikipedia ci sono alcune interpretazioni che spaziano dal melo fino al grano passando per l'uva.
La stessa cosa possiamo chiedercela per quanto riguarda l'albero della vita che non sappiamo quale sia.
La cosa più logica sembra essere che il frutto proibito sia il fico. Partendo da questa ipotesi andiamo a vedere quali elementi offre il Vangelo per comprendere meglio la questione. In particolare la parabola del fico sterile ci può aiutare a capire meglio. Rileggiamola.
Luca 13,6-8. Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai".
In questa parabola ritroviamo due piante: il fico e la vite, sono due alberi che possiamo abbinare alle due piante della Genesi, dove la vite può rappresentare l'albero della vita e il fico quello della conoscenza del bene e del male. Il tale che cerca frutti presso il fico è Gesù nelle veci di Adamo, il primo uomo che Dio ha messo nel giardino e che ora cerca fichi presso il fico inteso come albero, cioè presso il suo popolo, Israele. Il vignaiolo è Dio come ci svela lo stesso Gesù in Gv. 1,15 dove Gesù ci dice pure che lui è la vera vite e suo padre è l'agricoltore della vite, cioè il vignaiolo.
Gesù dopo tre anni di predicazione in cerca di frutti (fichi) presso il suo popolo (fico) non ne trova e chiede al vignaiolo (Dio Padre) di tagliarlo perché sfrutta il terreno inutilmente. Dio, nelle veci del vignaiolo però non è d'accordo e dice che lo vuole concimare per vedere se farà frutto.
Questa parabola è da abbinare all'episodio del fico seccato che troviamo in Marco 11,12-14.
La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono.
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Marco. 11,20. La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato".
Qui abbiamo di nuovo Gesù che si avvicina al fico per cercare frutti, ma non trovandone, si arrabbia e dice al fico che nessuno possa mai più mangiare i suoi frutti. Il fico poi si secca come osservano i discepoli.
Se il fico è il frutto proibito, origine del peccato, allora in questo episodio Gesù, facendo seccare il fico, adempie la sua missione di salvezza, toglie il peccato dal mondo, così che nessuno possa mai più mangiare i suoi frutti e quindi trasgredire al primo comandamento di Dio.
Perché si dice che non era ancora la stagione dei fichi?
Il fico inteso come albero, nella tradizione ebraica, rappresenta il popolo di Israele. Il fico, inteso come frutto allora rappresenta la legge che il popolo di Israele genera, cioè la Torah che significa legge. La legge, in genere, prevede una certa normativa e una sanzione per chi la trasgredisce e quindi un giudizio che può essere di condanna o di assoluzione per mezzo di una sentenza (vedi la legge del sabato). Secondo questa logica, allora la stagione dei fichi è la stagione delle leggi e delle sentenze, cioè il tempo del giudizio.
Nel nostro caso, quindi Gesù toglie il peccato dal mondo facendo seccare il fico quando non è ancora il tempo del giudizio, permettendoci quindi di salvarci, perché non siamo più giudicati e non abbiamo più occasione di peccare, se l'albero non dà più i frutti del peccato che porta alla morte.
Se il frutto proibito, in termini metaforici, è la legge, mangiare il frutto proibito vuol dire vivere di leggi, applicare la legge, cioè vivere di sentenze di condanna o di assoluzione, sulla base di ciò che è bene o male secondo la legge o secondo l'uomo che la promulga. L'albero di fico quindi rappresenta un popolo o un sistema legislativo che, pensando di conoscere cosa è il bene e il male, emana le leggi. La legge in genere è spietata e non sempre contempla il perdono e la misericordia. Chi applica la legge e quindi giudica sulla base di quanto prevede la legge, trasgredendo il primo comandamento di Dio della Genesi, è destinato a morire spiritualmente, perché si ciba da un albero che Dio conosce e di cui Lui ha comandato di non cibarsi.
Ritornando al fico sterile e a quello seccato, resta da chiarire perché Gesù cerca frutti e non ne trova. Gesù è il nuovo Adamo. Come Adamo si cibò del frutto proibito tentato da Eva, dando origine a tutto il casino che ne è seguito, così ora Gesù ritorna sui passi di Adamo a cercare fichi da un albero che giustamente non ne ha, perché tutti quelli che si sono cibati da quell'albero sono morti (come previsto da Dio) e l'albero non può più portare frutto essendo morti quelli che ne costituivano la linfa (i profeti).
Gesù vuole tagliare il fico perché sfrutta il terreno e sottrae nutrimento alla vite (infatti Gesù è la vera vite) rallentando il suo sviluppo, ma il vignaiolo, cioè Dio Padre nella sua infinita misericordia lo vuole concimare nella speranza che porti frutto nella stagione a venire.
Allora questo fico porta o non porta frutto?
Matteo 7,16-20
Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
Mi pare che i primi capitoli del libro della Genesi contengano una grossa verità. Gesù ci fa capire che l'albero della vita è la vite (Gesù stesso) e che il Il frutto della vite sono le opere dello Spirito, opere di bene che danno vita, perché Gesù è la Vita. I frutti del fico sono le leggi scritte (Torah). Cibiamoci dell'uva mettendo in pratica l'amore attraverso opere di bene, ma lasciamo i fichi sul fico, cioè lasciamo le leggi là dove sono, se non vogliamo morire.
2 Corinzi 3,5-6. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera (legge scritta, o insegnamento o Torah) ma dello Spirito; perché la lettera (legge scritta o insegnamento scritto) uccide, lo Spirito dà vita.
Detto questo, i fichi sono ottimi frutti che si possono mangiare tranquillamente.
Gina
Ciao Piero!Mi è piaciuta molto questa parte della tua riflessione:
"L'albero di fico quindi rappresenta un popolo o un sistema legislativo che, pensando di conoscere cosa è il bene e il male, emana le leggi. La legge in genere è spietata e non sempre contempla il perdono e la misericordia. Chi applica la legge e quindi giudica sulla base di quanto prevede la legge, trasgredendo il primo comandamento di Dio della Genesi, è destinato a morire spiritualmente, perché si ciba da un albero che Dio conosce e di cui Lui ha comandato di non cibarsi."
Buone feste! :-)
Prisma
Grazie Gina! Buone feste anche a te e affanculo il serpente
Gina
Affanculo il serpente!
Amen! :-)
Prisma
Ecco un esempio dove la legge applicata senza la saggezza dello Spirito può portare alla morte dell'uomo:
"TARANTO. Paga l’autista del 118: 155 euro. E perde anche cinque punti sulla patente
Eccesso di velocità, ambulanza multata."
tratto da: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2009/18-dicembre-2009/eccesso-velocita-ambulanza-multata-1602174411266.shtml
La replica: "Al di la di questo, le intenzioni degli autisti d’ambulanza del Giannuzzi sono molto decise. «Vuol dire che per evitare problemi, saremo più scrupolosi nel rispettare i limiti e ci fermeremo al rosso anche se dietro ci sono persone che rischiano di morire»"
Gina
...Era rosso il melagrano, le racchette da ping pong
anche mio conto in banca era rosso da un bel po'...
E mentre la Croce Rossa si fermava al semaforo (rosso! )
mi dissi: "E' soltanto un sogno, prima o poi mi sveglierò"....
[dalla mia canzone OPERA AL ROSSO] :-D
il testo intero nella pagina:
http://www.youtube.com/user/GinaSono
Giovanni Tartara
La tua interpretazione è suggestiva, ma io preferisco mantenere i piedi per terra.
Gli alberi della vita e della scienza del bene e del male sono simboli: gli antichi esprimevano con metafore materiali concetti spirituali.
Mangiare dell'albero della vita significa essere in comunione con Dio seguendo la sua legge, che non è fatta per condannare, ma per guidare.
Mangiare dell'albero della scienza del bene e del male significa pretendere di essere come Dio, stabilire da soli cosa è il bene e cosa è il male, facendo a meno di Dio.
E' il male del cosiddetto secolarismo. E vediamo tutti i giorni i guasti all'uomo ed al pianeta che comporta questa mentalità.
Prisma
link al video: youtu.be/IiVh1Nfw69s
Giovanni Tartara
Ho visto il video da te indicato, ma non vi è alcun riferimento al peccato originale.
Tu, personalmente, cosa pensi della mia interpretazione?
Prisma
Giovanni, la tua interpretazione mi piace e la condivido.